Una dimenticanza tanto semplice quanto clamorosa ha costretto un aereo della United Airlines a tornare indietro due ore dopo il decollo. Il volo UA 198, partito da Los Angeles e diretto a Shanghai, ha fatto marcia indietro sopra il Pacifico quando è emerso che uno dei piloti non aveva con sé il passaporto, documento indispensabile per l’ingresso in Cina.
Il ritorno a San Francisco
L’aereo, un Boeing 787 con 257 passeggeri e 13 membri dell’equipaggio, era decollato alle 14:00 di sabato 22 marzo. Verso le 16:00, quando si trovava già in volo sopra l’oceano, è stato deciso di deviare verso San Francisco, dove ha poi atterrato alle 17:00, secondo quanto riportato da FlightAware.
A quanto pare, il comandante si è scusato senza girare attorno alla questione, ammettendo a tutti i passeggeri il suo errore.
“Il pilota non aveva il passaporto con sé,” ha confermato United Airlines in una nota. “Abbiamo organizzato un nuovo equipaggio per completare il volo in serata. I passeggeri hanno ricevuto voucher per i pasti e un risarcimento.”
Il volo è ripartito da San Francisco intorno alle 21:00, atterrando a Shanghai con sei ore di ritardo rispetto all’orario previsto.
Ovviamente anche il volo di ritorno, UA 199, ha subito ritardi.
Un episodio che pesa sull’immagine di United
Un errore decisamente imbarazzante per United. Ma oltre all’immagine, l’errore potrebbe ha sicuramente anche un costo economico importante, considerando il carburante perso e gli indennizzi ai passeggeri.
United Airlines, che trasporta ogni anno 140 milioni di persone in sei continenti, è finita così nell’occhio del ciclone per una dimenticanza banale, ma gestita alla fine con professionalità nel rispetto delle procedure. In ogni caso, c’è da dire che si tratta di un problema di protocollo, non di sicurezza: un dettaglio che, in un settore come quello dell’aviazione, può comunque fare una grande differenza.
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