Tra i più affascinanti sistemi all’interno degli aerei militari c’è sicuramente il seggiolino eiettabile. L’abbiamo visto nei film, in tv, e anche in molti filmati dove è stato protagonista finale di voli sfortunati. Se l’aereo da caccia rappresenta un capolavoro aeronautico in termini di prestazioni e tecnologia, il seggiolino eiettabile è un capolavoro nel capolavoro.
Cos’è allora il seggiolino eiettabile? Si tratta di un oggetto complesso, destinato a salvare la vita degli occupanti del velivolo, qualora si presenti la necessità di abbandonarlo velocemente. Ricordiamoci che evidentemente le elevate velocità non permettono, come succedeva in passato, di slacciare le cinture, sporgersi, affardellati con il paracadute, e lanciarsi nel vuoto.
Se una soluzione simile poteva, ma purtroppo non sempre, essere efficace con gli aerei della seconda guerra mondiale, con l’avvento dei jet, è diventata una procedura antiquata e non più praticabile. Da qui la nascita di quello che oggi è qualcosa di indispensabile a bordo dei moderni caccia.
Non lasciatevi trarre in inganno: l’idea primordiale di un oggetto simile affonda le sue radici sin nel lontano 1920, con sviluppi modifiche ed esperimenti che hanno coperto un lungo periodo, soprattuto durante la seconda guerra mondiale.
Com’è fatto il Seggiolino Eiettabile
Per capire come funziona semplicemente, dobbiamo prima scomporlo nelle sue parti fondamentali. Diciamo che è montato su delle guide, un set di razzi, delle cinture con un ruolo “dinamico” e un paracadute.
Il seggiolino non è altro che il contenitore di questi sistemi e l’alloggiamento del passeggero per il lancio verso la salvezza. Una volta azionato, attraverso una maniglia sopra la testa o tra le gambe del pilota, si avvia una vera e propria sequenza, precisa e scandita al centesimo di secondo.
Seggiolino Eiettabile: come funziona?
È importantissimo che in ogni singolo istante avvenga esattamente quella specifica azione, senza errori. Tra le prime cose di cui dobbiamo sbarazzarci è il cupolino superiore che rappresenta un ostacolo all’espulsione.
Alcune micro cariche esplosive lo faranno saltare via, sgombrando il campo. A questo punto mentre le cinture di sicurezza immobilizzano gambe e braccia del pilota, rendendole il più aderente possibile al seggiolino, per evitare traumi o fratture, inizia l’accensione dei razzi che, con una spinta notevole, spingono fuori il pilota, attraverso una corretta direzione data dalle guide su cui il seggiolino è montato.
Un giroscopio ed un altimetro incorporati, permetteranno al sistema di orientarsi. Il giroscopio, qualora il lancio sia avvenuto in posizione rovescia, serve a far tornare a salire il seggiolino e non proseguire una fatale corsa verso il suolo. L’altimetro invece decide a quale quota aprire il paracadute. All’apertura, un ultimo apparato consentirà il distacco del seggiolino, permettendo al pilota di scendere al suolo come un normale paracadutista.
La sequenza è rapidissima, la durata di tutto quello che avete appena letto è compresa tra i due secondi e mezzo fino ad un massimo di quattro. L’espulsione è un evento piuttosto traumatico per gli occupanti, che per frazioni di secondo sono sottoposti ad accelerazioni comprese tra i 14 e i 20 g, comportando spesso, su persone che sono in ottima forma fisica, lesioni alla colonna vertebrale e al collo.
Ovviamente ho semplificato al massimo la spiegazione per dare un’idea complessiva del funzionamento, ma penso che possiate facilmente intuire la complessità del seggiolino eiettabile. Il costo? Può arrivare fino a mezzo milione di dollari. Un’invenzione che ha salvato la vita a tantissimi piloti nel corso degli anni, e di cui le ditte costruttrici vanno giustamente fiere.
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