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Programmi miglia frequent flyer: convengono ancora o sono delle truffe?

Maggiore trasparenza e protezione per i consumatori: il valore delle miglia accumulate è in costante diminuzione e l'accesso ai vantaggi è diventato più complicato.

I programmi di frequent flyer nascono per premiare la fedeltà dei viaggiatori verso una specifica compagnia aerea, ma nel tempo si sono trasformati in strumenti economici controllati quasi esclusivamente dai vertici delle compagnie stesse.

Di recente, il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti (USDOT) ha aperto un’indagine per fare chiarezza sulle pratiche di gestione di questi programmi da parte di quattro delle maggiori compagnie aeree del Paese: American Airlines, Delta Air Lines, United Airlines e Southwest Airlines.

C’è da dire che i regolamenti USA sono diversi da quelli dell’Unione Europea, ma vale la pena capire cosa sta succedendo, al netto degli status match. Perché se è vero che un po’ dappertutto stanno stringendo le cinghie su questi programmi, diventa interessante capire cosa accade oltre oceano.

Sappiamo che i programmi frequent flyer generano ricavi importanti per le compagnie, ma nello stesso tempo chi vola spesso si sta accorgendo di come il valore delle miglia accumulate sia in costante diminuzione e di quanto sia diventato più complicato accedere ai vantaggi promessi. Un esempio emblematico è rappresentato dalle recenti modifiche apportate da Delta al programma SkyMiles, che ora si basa esclusivamente sulla spesa effettuata dai passeggeri, senza più considerare il numero di voli o le miglia percorse.

sedili passeggeri aereo
Image: Pexels

Il Segretario dei Trasporti, Pete Buttigieg, ha commentato come questi programmi abbiano un valore reale per molte famiglie, che spesso li utilizzano per organizzare viaggi o visitare i propri cari. Tuttavia, ha sottolineato come i premi delle miglia siano regolati da società private, ovviamente, che possono cambiarne le condizioni in modo arbitrario.

La revisione delle regole da parte di Delta, che ha introdotto politiche più rigide sull’uso delle lounge aeroportuali e ha legato il valore delle miglia a spese su carte di credito, ha portato a forti proteste da parte degli americani. Nonostante alcune modifiche siano state parzialmente riviste, la decisione di basare tutto sulla spesa rimane immutata.

L’indagine del USDOT richiederà alle compagnie di chiarire ogni modifica apportata ai loro programmi negli ultimi sei anni e di fornire informazioni dettagliate sul valore economico delle miglia. L’obiettivo è garantire maggiore trasparenza e protezione per i consumatori.

A questo punto rimane il dubbio sul loro reale beneficio per i consumatori. E’ necessario valutare se i passeggeri stiano effettivamente ottenendo il valore promesso o se i programmi stiano perdendo la loro utilità pratica. Solo con una maggiore chiarezza si potrà comprendere se questi programmi rappresentano ancora un vero vantaggio per i viaggiatori.

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