Chi viaggia spesso in aereo potrebbe aver notato, in alcune occasioni, un leggero odore di gas di scarico mentre l’aereo è ancora fermo al gate. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune, che può far preoccupare chi non ne conosce l’origine.
Secondo gli esperti, la causa è legata al sistema APU (Auxiliary Power Unit), un piccolo motore situato nella coda dell’aereo. Questo dispositivo è fondamentale quando l’aereo è ancora a terra, perché fornisce energia elettrica e aria condizionata in assenza dei motori principali.
Da dove arriva l’odore?
L’APU funziona come una turbina in miniatura, producendo energia per mantenere attivi i sistemi dell’aereo prima dell’accensione dei motori principali. Durante l’avvio dell’APU, è normale che si diffonda un leggero odore di combustione, simile a quello dei gas di scarico.
L’ingegnere aeronautico Scott Welch spiega a Travel Leisure che l’aria calda rilasciata dall’APU può trasportare residui di combustione, causando un odore momentaneo in cabina. In alcuni casi, una piccola quantità di fumi di scarico può mescolarsi con l’aria esterna e penetrare nell’aeromobile.
Anche il pilota Mohamed Anas Maaz conferma che l’APU non solo fornisce aria condizionata, ma è anche utilizzato per avviare i motori principali, contribuendo all’odore percepito. Non appena i motori principali vengono accesi, l’APU si spegne e il problema scompare.
L’odore è pericoloso?
Secondo gli esperti, non c’è alcun rischio per la salute. L’esposizione ai fumi è breve e i moderni sistemi di ventilazione garantiscono un rapido ricambio d’aria. Jagdish Khubchandani, professore di salute pubblica alla New Mexico State University, sottolinea che gli aerei rispettano rigidi protocolli di sicurezza e che queste emissioni svaniscono una volta in volo.
Tuttavia, se l’odore persiste a lungo o è accompagnato da fumo, è importante avvisare l’equipaggio. Un odore persistente e intenso potrebbe indicare un’anomalia, e in questi casi è meglio segnalare immediatamente la situazione.
L’odore di gas di scarico prima del decollo è un effetto collaterale normale del funzionamento dell’APU, sapendo che si tratta di un fenomeno temporaneo e privo di rischi.
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