Avro Lancaster

Quando Nicholas Alkemade si buttò senza paracadute, salvandosi

Sopravvivere ad un salto nel vuoto...

Per Nicholas Alkemade la notte del 24 Marzo 1944 fu vissuta in modo decisamente particolare. Sicuramente per l’equipaggio dell’Avro Lancaster “ Werewolf” del 115 RAF Squadron, la missione assegnata doveva sembrare come una delle tante.

Si trattava di bombardare alcuni obiettivi nella città di Berlino e poi rientrare. Il round clock bombing era la pratica che prevedeva nelle 24 ore, una continua pressione sulle città nemiche. Una tattica che richiedeva che di giorno i compiti fossero svolti dagli equipaggi americani e di notte da parte degli inglesi, senza sosta, per fiaccare tutto il sistema produttivo e logistico nemico.

Nelle missioni dell’ultima parte del conflitto la minaccia principale per i bombardieri in volo era costituita dalla contraerea, più che dalla caccia. I tedeschi avevano subito gravi danni per le loro linee di produzione di nuovi velivoli, mentre il fuoco da terra, specialmente attorno a Berlino e ad altri siti di grande rilevanza, era ancora efficace, preciso e temibile.

Nicholas Alkemade

E sicuramente nel classico briefing prima della missione anche Nicholas Alkemade, mitragliere di coda, avrà sentito gli avvertimenti al riguardo. Alkemade aveva 22 anni e da giardiniere nella vita civile, allo scoppio della guerra, aveva deciso di unirsi alla Royal Air Force, dove venne addestrato appunto per diventare mitragliere a bordo del più importante bombardiere inglese del conflitto.

Il Lancaster aveva un equipaggio di 7 persone, un autonomia di 3600 Km e poteva portare fino ad oltre 6300 Kg di bombe. Nicholas Alkemade non era un novellino ed aveva al proprio attivo già 14 missioni di guerra. Tutto filó liscio, il gruppo di aerei destinati alla missione raggiunse la capitale del Reich, dove sganciarono il loro carico, colpendo gli obbiettivi assegnati. Durante il ritorno le cose cominciarono a peggiorare. Forse a causa di forti venti, per un errore di navigazione o qualche altro motivo non ben definito, “Werewolf” si trovò sopra la Ruhr, pesantemente difesa da batterie anti aeree.

Il Lancaster finì in mezzo ad una vera e propria tempesta di fuoco ed esplosioni, cominciando a subire danni. Un colpo stacco’ parti dell’ala e della fusoliera riducendo il velivolo in fiamme e senza controllo. Mentre l’equipaggio procedeva per abbandonare l’aeroplano, Nicholas Alkemade se la passava male. Le fiamme lo avevano circondato, la maschera per l’ossigeno si stava sciogliendo sulla faccia e le braccia erano già avvolte dal fuoco. Cercava disperatamente di trovare il proprio paracadute, e quando lo vide in fiamme assieme al resto, fu colto da un attacco di panico. Non volendo morire in pasto al fuoco si gettò fuori dall’aereo, nel vuoto senza paracadute, perdendo conoscenza. Tre ore più tardi, pensando di essere morto, riaprì gli occhi. Era affondato nella neve, in una foresta. E ovviamente, vivo. Qualcosa di incredibile se si tiene conto che l’aereo stava volando a 6000 metri quando Alkemade saltò fuori.

Ma ancora più strano, non aveva fratture. Solamente delle ustioni e qualche pezzo del cupolino trasparente conficcato nella pelle. Provò a camminare ma un dolore violento al ginocchio glielo impediva. Trovato poco dopo da militari tedeschi, fu inviato in ospedale e poi interrogato da uomini della Gestapo. Riferita la propria versione dei fatti, rischiò grosso, poiché non venne creduto affatto. Non era possibile che fosse caduto da quella quota e sopravvissuto.

Nicholas Alkemade

Fu accusato di essere una spia, e sappiamo bene cosa vuol dire in tempo di guerra. Per fortuna però, un’indagine approfondita sui resti dell’aeroplano precipitato, dimostrò che il paracadute di Alkemade era ancora al proprio posto e quindi, con notevole stupore, venne alla fine creduto e internato nel campo di prigionia Stalag Luft III.

Nicholas Alkemade sopravvisse alla guerra e morì nel 1987. Un caso davvero fortunato il suo. Deve la salvezza alla fitta vegetazione, ricoperta di neve, e al suolo, ricoperto anch’esso di una spessa coltre di neve. Probabilmente cadendo, prima è stato rallentato dai rami innevati, che flettendo lo hanno rallentato, per poi adagiarlo a terra, sopra un morbido tappeto bianco. Sicuramente per Alkemade il 24 Marzo, era un anniversario speciale.