Le mascherine d’emergenza in aereo fanno sempre un certo effetto. Le abbiamo viste tante volte penzolare dal soffitto in film e telefilm in tv, e ovviamente sempre in situazioni piacevoli. Sappiamo però che la presenza delle maschere di ossigeno è necessaria per tutti quei casi in cui sia a rischio la capacità di far respirare correttamente gli occupanti di un velivolo.
Gli aerei di linea moderni sono pressurizzati al fine di poter mantenere, all’interno, le condizioni ottimali di ossigenazione dei passeggeri, pur volando a quote elevate. Nel peggiore dei casi, mentre il nostro aereo è in volo ad una altitudine di oltre 30.000 piedi, a bordo il sistema di pressurizzazione ci mantiene ad una massima quota “respirabile” di 8.000 piedi, permettendo così al nostro corpo di non cadere vittima di quei problemi legati ad una insufficiente quantità di ossigeno.
Cosa succede se ad alta quota, per un guasto, un incidente o un altro inconveniente, la pressurizzazione viene a mancare, mettendo a rischio il nostro apporto di ossigeno? Un sistema automatico di rilevamento delle condizioni dell’aria all’interno dell’aeroplano, fa subito aprire i pannelli sopra i nostri posti a sedere. Ogni passeggero avrà perciò a portata di mano le mascherine di emergenza per l’aereo. Diventa allora importate indossare bene le maschere dell’ossigeno, possibilmente senza farsi prendere dal panico. Devono essere coperti naso e bocca in modo da poter respirare regolarmente.
Come funziona il sistema di ossigeno delle mascherine?
Facciamo ora un leggero passo indietro, per capire anche come funziona il sistema delle mascherine di emergenza. Una volta aperto il pannello una cosa importante da fare da parte del passeggero, è di dare uno strattone al cavo trasparente su cui le maschere sono appese, prima di indossarle. In questo modo si darà il via, attraverso un sistema meccanico, alla reazione chimica che, nel serbatoio di emergenza posto sopra di voi, permette la produzione di ossigeno da distribuire alle mascherine stesse.
Sopra ogni fila di passeggeri queste piccole bombole contengono due sostanze chimiche che, una volta avviato il processo di miscelazione grazie al nostro strattone, producono ossigeno in quantità sufficiente per tre passeggeri contemporaneamente. Si tratta di bombole di dimensioni abbastanza ridotte e consentono di aiutarci a respirare per un periodo superiore ai 15 minuti circa. Anche se può sembrarci poco, in realtà questo tempo è più che sufficiente per i piloti a farci scendere ad una quota di sicurezza attorno ai 14,000 piedi dove le condizioni per la respirazione siano garantite e non si necessiti più dell’utilizzo delle mascherine. Per i piloti invece l’impianto di ossigenazione prevede la capacità di fornire assistenza per diverse ore, garantendo la perfetta copertura per le esigenze nei casi estremi.
A bordo ci sono sempre mascherine d’emergenza per tutti?
La quantità di mascherine di emergenza in aereo installate a bordo per i passeggeri, per legge, deve essere superiore del 10 % rispetto al numero massimo di persone trasportabili.
Qualora vi trovaste nella toilette dell’aereo e qualcosa provochi la situazione di emergenza suddetta, non vi dovete preoccupare per cercare affannosamente di tornare al vostro posto a sedere, poiché anche nella toilette sono previste almeno due maschere da poter essere utilizzate.
Le istruzioni vanno sempre ascoltate
Possono essere noiose, soprattutto per chi vola molto, ma il consiglio è quello di seguire sempre con attenzione le istruzioni date dagli assistenti di volo prima del decollo, soprattutto per come le si debba indossare per massimizzare la loro efficacia. Da una recente analisi, risulta che chi è distratto durante l’ascolto o addirittura reagisce con scherno, è il primo ad essere colto da panico o confusione sul da farsi in caso di emergenza. E le mascherine di emergenza per l’aereo sono il primo alleato per rimanere vigili e capaci.
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