Il progetto Loyal Wingman di Boeing, nato per l’aeronatica australiana la RAAF (Royal Australian a Air Force), è una sinergia di tutte le migliori tecnologie applicate ai velivoli autonomi senza pilota in campo militare. L’obiettivo è la realizzazione di un gregario perfetto da utilizzare in missioni ad alta priorità e rischio elevato, mantenendo integra la capacità di raggiungere i bersagli prefissati, con la minima esposizione umana ai rischi dello scenario bellico.
In sintesi un velivolo dotato di intelligenza articificiale, in grado di interfacciarsi e comunicare con altri aerei, colpire autonomamente le postazioni nemiche, eseguire ricognizioni o azioni di guerra elettronica e rientrare alla base, costituendo sostanzialmente un compagno ideale durante le missioni.
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Boeing ha reso pubblico un filmato, dove per la prima volta si vede questo drone, durante i test di rullaggio al suolo, nei quali è stato collaudato fino ad una velocità di 26 km/h, ed ha eseguito alcuni dei comandi previsti dal team di sviluppo. Si tratta di una piccola pietra miliare, che ha permesso di poter effettuare delle valutazioni iniziali sugli impianti frenanti, di sterzo e di propulsione.
Lungo poco meno di 12 metri e con una autonomia di circa 3700 km, grazie alle proprietá di adattamento alle situazioni circostanti, potrá cooperare, da solo o in gruppo, con altri velivoli in missione, fornendo un valido supporto per le truppe alleate. Il design di questo drone è stato appositamente studiato al fine di poterlo rendere modulare e flessibile, per poter ricoprire ruoli differenti in base alle necessità richieste dalle zone di operazione che lo vedranno protagonista.
Boeing, che collabora con altre 16 industrie australiane per realizzare il Loyal Wingman, ritiene che l’interesse del mercato per un prodotto simile ad alto contenuto tecnologico e con una notevole versatilità di utilizzo, sia molto elevato. Ovviamente la riservatezza su alcuni dettagli riguardo a prestazioni e possibilità di armamento è altissima, ma si può chiaramente intuire che l’esperienza che la forza aerea australiana potrà accumulare tramite questo progetto, potrebbe influenzare il modo futuro di concepire l’utilizzo dell’arma aerea sul campo di battaglia. Boeing si ritiene soddisfatta dai risultati raggiunti e, preme sull’acelleratore per poter raggiungere il prima possibile la data del primo volo.
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