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Liquidi nel bagaglio a mano, torna il limite dei 100 ml grazie alla UE

La Commissione Europea reintroduce i limiti sui liquidi nei bagagli a mano dal 1° settembre nonostante gli scanner C3. Si torna alle code ai controlli di sicurezza.

Chi ha avuto occasione di viaggiare negli aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Linate ha potuto sperimentare quanto siano più veloci i controlli di sicurezza da quando sono stati installati i nuovi scanner C3. Tutto bene? Ovviamente no, perchè da Bruxelles arriva l’ordine di tornare al limite di 100 ml per i liquidi nei bagagli a mano.

La decisione, comunicata dalla Commissione Europea, avrà ovviamente un notevole impatto operativo, costringendo gli aeroporti a riorganizzare i controlli di sicurezza e ad aumentare il personale. L’Airports Council Europe (Aci) ha sottolineato le conseguenze di questa misura, che coinvolgerà direttamente anche gli scali italiani che hanno già investito negli avanzati scanner C3.

Gli scanner di nuova generazione C3 hanno infatti permesso ai passeggeri di trasportare liquidi senza restrizioni e di lasciare i dispositivi elettronici nei bagagli durante i controlli di sicurezza. Tuttavia, con la reintroduzione dei limiti, molti dei benefici previsti da questa tecnologia verranno meno. Per i passeggeri si tratta di un chiaro passo indietro.

Puniti dalla EU gli aeroporti che hanno investito in sicurezza

La decisione della commissione punisce particolarmente tutti quegli aeroporti che hanno già investito negli scanner C3 per migliorare l’esperienza dei passeggeri. In particolare, l’efficienza operativa viene fortemente penalizzata, poiché pochi dei vantaggi associati all’uso di questa tecnologia all’avanguardia verrà utilizzata.

Non solo, perchè c’è anche un risvolto economico piuttosto pesante. L’acquisto di scanner C32 è in media 8 volte più costoso delle macchine di screening a raggi X convenzionali che stanno sostituendo, mentre i costi di manutenzione operativa sono 4 volte più alti. In pratica, grazie a Bruxelles, verranno premiati gli aeroporti che hanno risparmiato sulla sicurezza, affidandosi a vecchie tecnologie.

Olivier Jankovec, Direttore generale di ACI EUROPE, ha affermato: “La sicurezza non è negoziabile, è in cima alle priorità per gli aeroporti europei. Pertanto, tutti gli aeroporti rispetteranno pienamente la nuova restrizione. Tuttavia, resta il fatto che quegli aeroporti che sono stati i primi ad adottare questa nuova tecnologia sono stati pesantemente penalizzati sia a livello operativo che finanziario. Avevano preso la decisione di investire e distribuire scanner C3 in buona fede, basandosi sul fatto che l’UE aveva dato il via libera a questa apparecchiatura senza alcuna restrizione. La decisione di imporre ora restrizioni al loro utilizzo mette in discussione la fiducia che il settore può riporre nell’attuale sistema di certificazione UE per le apparecchiature di sicurezza dell’aviazione. Dobbiamo trarre lezioni da questa situazione e assicurarci che il sistema di certificazione UE fornisca la necessaria certezza giuridica e stabilità operativa per il futuro“.

La dichiarazione di Adalbert Jahnz, portavoce della Commissione europea, è invece disarmante: “Si tratta di problemi temporanei e finché non saranno risolti, torneremo semplicemente alle pratiche che si applicano in assenza di queste macchine“. Ed è il “semplicemente” che fa riflettere su come vengono affrontati i problemi a Bruxelles. Tanto chi paga è sempre qualcun altro.

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