Dopo una piccola prova a Verona, nel settembre del 2020, il Seat MÓ eKickScooter 65 è stato il mio mezzo principale per muoversi a Monza, la città dove vivo. E devo dire che per gli spostamenti urbani, se usato con criterio e in sicurezza, rispettando le norme del Codice della Strada, è un mezzo che può essere molto d’aiuto.
Seat MÓ eKickScooter 65: me lo consigli?
Questo monopattino merita, perché è ben ingegnerizzato, è robusto e sicuro, e se usato nel modo corretto può migliorare molto la mobilità urbana. È anche piuttosto divertente da guidare, grazie a 3 modalità di guida che non vanno ad aumentare la velocità massima ma a dosare la coppia in accelerazione, con ottimi risultati. In più, come da tradizione Seat, è sempre connesso e gestibile dall’applicazione.
Robusto vuol dire anche pesante, e quindi non lo vedo come il monopattino da portare in giro tra la metro e il treno, ma proprio come mezzo di micromobilità per spostarsi nella propria città. Personalmente l’ho usato per andare a prendere qualcosa al supermercato, per andare in libreria o al parco: tutti usi dove i suoi 65 km di autonomia sono più che sufficienti, e dove la spalla alta dello pneumatico e le sospensioni si fanno ben apprezzare.
[pro-contro]
Seat MÓ eKickScooter: design piacevole e robusto
Giudicare il design di un monopattino elettrico è difficile, ma in Seat devo dire che sono riusciti a rendere interessante un prodotto come questo. Di fatto, Il Seat MÓ eKickScooter 65 rispecchia in pieno lo stile del marchio catalano: sportivo e giovanile, con attenzione ai dettagli e alla sicurezza. Parto proprio da quest’ultimo punto, perché uno dei suoi più grandi difetti è anche uno dei suoi migliori pregi. L’eKickScooter è davvero molto pesante, cosa che lo rende un po’ scomodo da sollevare per metterlo, per esempio, nel bagagliaio, o se lo si volesse portare in metro o in treno, scopo per cui non è nato. Il peso elevato, però, è indice della sua sicurezza, perché è un mezzo molto stabile. Il baricentro è spostato in basso, e anche facendo frenate brusche, o accelerando al massimo come è possibile fare nella modalità Sport, non si sbilancia mai. Questo è merito anche della velocità massima, mai superiore a 20 km/h.
Il design, come detto, è ricco di attenzione ai dettagli. Come tutti i veicoli del marchio “MÓ” gioca sul contrasto tra un bel rosso acceso e il nero. Il rosso domina la parte lunga del manico, l’interno degli pneumatici, e i freni, mentre tutto il resto è in nero opaco, ovvero una plastica rigifa che non fa che aumentarne la robustezza.
Tutto il nucleo del Seat MÓ eKickScooter 65 è sulla pedana, che costituisce anche la parte più pesante di tutto il monopattino. Ed ecco che io, come faccio sempre, persino parlando di un monopattino mi focalizzo sulla comodità per i “watussi”: non solo sono alto 1 metro e 94, ma anche un 46 di piede, cosa che può rendere difficoltoso per me stare su uno di questi mezzi. Su di lui ci sto bene, e volendo con entrambi piedi dritti. Oppure, come nella maggior parte dei casi, facendo un bel plié in omaggio ai ballerini di danza classica, come è possibile “ammirare” in foto.
A tal proposito, è così che si va in monopattino, e come del resto è stato previsto dalla Riforma del Codice della Strada: con il casco e, qualora possibile, sulle piste ciclabili, visto che la velocità non è elevata. Se non ci fossero, a bordo strada, senza infastidire né le automobili, stando in mezzo, né i pedoni, stando sul marciapiede.
3 modalità di guida
Come se fosse un’automobile, il Seat MÓ eKickScooter 65 presenta 3 modalità di guida:
- Eco
- Normal
- Sport
Come anticipavo, non cambia la velocità massima, sempre a 20 km/h, ma l’accelerazione. La Eco preserva la batteria, quindi riduce molto la coppia. La Sport fa il contrario, andandola a sfruttare tutta e permettendo partenze molto scattanti. Nelle occasioni in cui non c’era nessuno mi sono divertito molto a fare qualche scatto in avanti, anche perché, lo ripeto, non andando oltre i venti all’ora, non si corrono pericoli.
Le modalità si selezionano dal piccolo sistema di infotainment, costituito da un tasto circolare e da un display LCD. Premendo due volte, e velocemente, il tasto si passa da una modalità di guida all’altra. Tenendolo premuto, si accende o spegne il veicolo. Il display ha anche delle tacche che indicano lo stato della ricarica. Più informazioni si possono avere collegando il veicolo all’App “My Seat MÓ”, disponibile sia su Android che su iOS. La connessione è semplice: basta collegare il QR Code e registrarsi, e da lì poi gestire anche i processi di ricarica.,
Nella guida si apprezza il manubrio, che ha un buon grip, e il sistema di pneumatici e sospensioni. Io forse sono fortunato, perché le piste ciclabili di Monza sono migliori delle sue strade (nel senso che non hanno le buche) quindi gli ammortizzatori non sono stati messi molto alla prova. In centro, invece, sui sanpietrini, ho apprezzato la stabilità e il generale senso di comfort garantito da questo assetto, sempre rimanendo nel contesto del monopattino. Un minimo di “sforzo” va comunque fatto: per partire bisogna dare due o tre spinte con una gamba, in quanto per attivare il motore bisogna avere una velocità minima di 3 km/h.
Il “65” del nome indica l’autonomia di 65 km, e lo distingue dal Seat MÓ eKickScooter 25, con un’autonomia di 25 km. Per un monopattino 65 km sono davvero sufficienti, a maggior ragione in una città come quella brianzola dalle dimensioni comunque contenute. Complici anche le continue frenate, è difficile far scendere la batteria, che si ricarica in 6 ore. Forse un po’ tanti, considerando che ci sono scooter elettrici con una ricarica più veloce. Anche se comunque è un mezzo che non viene usato costantemente, e magari neanche tutti i giorni.
Può essere invece usato di notte: lui ha un piccolo faro LED che si accende in automatico, ed è molto potente, e ha 4 catarifrangenti, due per ruota. Sempre per aumentarne la sicurezza.
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