Dopo averla vista in anteprima a Milano, abbiamo avuto l’occasione di provare al lancio europeo, tra le splendide strade di Valencia e del suo hinterland, la nuova Hyundai Ioniq 5. Una proposta elettrica di seconda generazione, con 481 km di autonomia su ciclo WLTP, tanto spazio, al “sapore d’Italia” per l’ispirazione stilistica, ma anche per la provenienza di alcuni elementi.
Hyundai Ioniq 5: me la consigli?
La Ioniq 5 è una Hyundai completamente diversa dalle nuove proposte del marchio coreano, anche perché la prima della nuova famiglia che con il nome “Ioniq”, ma numeri diversi, includerà diverse vetture elettriche. Un inizio coi fiocchi perché mi sento di consigliarla un po’ a tutti: gli amanti del design, per la sua estetica anni Ottanta ma al contempo futuristica; chi ha bisogno di spazio, perché ce n’è in abbondanza, anche per i giganti; chi ama l’elettrico, ma non vuole rinunciare alle prestazioni. Hyundai Ioniq 5 si guida bene, è rilassante, è tecnologica, comoda e divertente: se cerchi una proposta premium con cui distinguerti un po’, forse non dovresti escluderla.
[pro-contro]
Design squadrato, interni open space
Come tutte le nuove Hyundai, esteticamente Hyundai Ioniq 5 si fa notare. Eppure, pur appartenendo alla filosofia stilistica “Parametric Dynamics” che ha debuttato sulla Tucson, ne porta un esempio molto diverso. Certo questo si deve, prima di tutto, all’ispirazione dell’auto, che evoca nelle forme e nei dettagli la Hyundai Pony, disegnata niente meno che da Giugiaro e prima auto di serie dell’azienda.
Numerosi sono i riferimenti al passato anni Ottanta della Pony, ma ripresi in chiave moderna. Su tutti i fari Pixel LED, a “quadrettoni” come negli anni Ottanta, ma con tecnologia completamente diversa, che incorporano luci a marcia diurna distintive di serie, e che offrono un’illuminazione migliore. Presenti sia davanti che dietro, l’effetto è molto scenografico, anche per via della tridimensionalità dei fari.
Hyundai Ioniq 5 ha forme per lo più squadrate, ma non mancano dei lati un po’ più bombati e tondeggianti, come per esempio il cofano, ben levigato; e la zona inferiore del posteriore. Altri dettagli di pregio sono le maniglie a scomparsa, ormai in gran voga sulle elettriche (ma non solo) e utili anche per una maggiore efficienza aerodinamica; e la forma del montante C, pronunciata e personale, che si ispira questa volta alla concept car Hyundai EV 45, dalla quale, del resto, la Ioniq 5 non differisce tantissimo. Dinamici ed eleganti sono anche i cerchi, neri per la maggior parte della superficie, e dal design movimentato.
L’estetica è impreziosita anche dalla scelta di colori esterni, nove in totale di cui 5 nuove e ispirate alla natura. Io ho provato una vettura con il colore di lancio, il Gravity Gold Matte, davvero molto elegante. Gli altri quattro colori nuovi sono:
- Shooting-Star Grey Matte;
- Digital Teal-Green Pearl;
- Mystic Olive-Green Pearl;
- Lucid Blue Pearl;
A questi si aggiungono l’Atlas Bianco, il Cyber Grey Metallic, il Grigio metallizzato e la Black Pearl Ghost.
Gli interni sono un vero e proprio salotto open space, ispirati al moderno interior design che mette l’individuo, la luce e il suo benessere al centro di tutto. È la prima volta che mi siedo su una vettura e devo portare avanti il sedile, perché troppo indietro. Questo dà l’idea di quanto la Ioniq 5 sia spaziosa, caratteristica positiva di cui del resto mi ero già accorto all’anteprima meneghina. I sedili anteriori sono molto personalizzabili, e ai lati ci sono tre pulsanti, uno dei quali permette di inclinare completamente il sedile, per farsi una bella dormita – ad auto ferma, nel caso del conducente. Del resto, anticipo che su Ioniq 5 è presente la tecnologia V2L, che rende la vettura una presa di corrente su ruote in grado di fornire energia a qualsiasi cosa (il catering dell’evento, per esempio, la usava come presa per la macchina delle spremute!).
Tornando a noi, gli altri pulsanti servono per spostare avanti o indietro il divano posteriore, aumentando lo spazio o del bagagliaio o dei passeggeri posteriori. Questi, comunque, non possono proprio lamentarsi: io, con la mia altezza di 1,94, non penso di aver mai trovato un’auto più comoda per sedermi dietro (batte persino la Ford Mondeo!), e del resto l’ampio spazio sia per le gambe che per la testa si vede sin da subito, perché c’è una bella distanza tra l’ambiente anteriore e quello posteriore.
Il comfort è aumentato dai sedili e dalla luminosità generale dell’abitacolo, oltre che dai numerosi vani porta oggetto, come quello forse un po’ troppo distante nella zona inferiore della plancia, o il grande vano che sostituisce il tunnel centrale. Peccato solo che la configurazione da me provata, con gli interni tutti bianchi, non arriverà in Italia: sono certo che la qualità delle altre configurazioni è ugualmente elevata, ma questa combinazione cromatica credo sia impareggiabile.
Tutto questo spazio, ulteriormente impressionante se si aggiungono i 527 litri di capacità minima del bagagliaio, è merito certamente della piattaforma E-GMP su cui Ioniq 5 è costruita, e del passo di ben tre metri. Lo avevamo detto anche all’anteprima: in foto, ed esteriormente, non si capisce quanto la Ioniq 5 sia grande. Una segmento D a pieno titolo, camuffata da hatchback di segmento C. Una segmento D, aggiungo, rialzata, ma camuffata da berlinetta bassa: solo sedendosi, in effetti, ci si accorge che si ha la comodità della guida alta, che tanto è piaciuta al pubblico. Io personalmente sono un sostenitore della guida bassa, ma questo compromesso, né SUV né berlina, che si vede sempre di più, ammetto che non è niente male, specie se viene nascosto così bene.
Sostenibilità
Oltre ad essere luminosi e ariosi, gli interni della Hyundai Ioniq 5 sono anche realizzati, in gran parte, con materiali sostenibili. Cito i tappetini, che sono in tessuto Econyl, prodotto dall’italianissima Aquafil (altro elemento dell’italianità della Ioniq 5), e anche la pelle dei rivestimenti dei sedili è ecologica (possono essere in PET riciclato, PET biologico, o in filato di lana naturale), così come riciclate sono molte delle plastiche.
La sua vocazione di auto sostenibile, chiara dimostrazione che fare un’auto a batteria non è sufficiente per avere un prodotto ecologico, la si ritrova nel tetto costituito dai pannelli solari, e dalla promessa di Hyundai che le componenti sono in gran parte riciclabili, e che la batteria, a ciclo vita, può veder estrarre le risorse che la compongono, promuovendo di fatto l’economia circolare.
Guida sportiva o rilassante?
Io ho avuto modo di provare la configurazione top di gamma, con batteria da 72,6 kWh (l’altra, più piccola, è da 58) e autonomia, appunto, di 481 km, due motori elettrici con potenza totale di 306 CV (si parte da 170), trazione integrale e coppia massima di ben 605 N/m (in ogni caso, la velocità massima è sempre di 185 km/h).
Quando si parla di “camuffamenti”, si intende anche questo: guardando l’eleganza della vettura, difficilmente, almeno al sottoscritto, verrebbe da pensare di trovarsi di fronte a quella che in effetti è un’auto sportiva.
Anzi, sarebbe meglio dire che la Ioniq 5 può decidere che cosa essere: una tranquilla berlina spaziosa per tutta la famiglia in modalità Eco, con B Mode accesa: in quel caso, la coppia viene leggermente depotenziata, si attiva la modalità one pedal, e il conducente, sfruttando le palette al volante, può scegliere l’intensità della frenata rigenerativa.
La modalità Normal aumenta leggermente le prestazioni, ma è scegliendo la Sport che la Hyundai Ioniq 5 tira fuori tutta sé stessa, garantendo un divertimento non indifferente. A maggior ragione guidandola tra le strade piene di curve del Parc Natural de l’Albufera, appena fuori Valencia, tra il profumo della macchia mediterranea, e il continuo cambio di direzione in grado di enfatizzare la precisione del volante e dello sterzo, molto piacevole esteticamente, e l’eccellente tenuta di strada garantita dalla piattaforma su cui è costruita, con la batteria che, pesante, schiaccia in basso il baricentro, ottimizzando il peso.
In più, visto che le strade di quella zona della Spagna sono se possibile anche peggiori di quelle di Monza, ho potuto sperimentare e apprezzare la taratura delle sospensioni, morbide in Eco e in Normal, e anche in Sport, dove si irrigidiscono un po’ – ma non quanto mi sarei aspettato. Tutto questo divertimento si accompagna a un ottimo sistema audio Bose, e alla tantissima tecnologia presente nella vettura.
Si parte dal doppio display della plancia, purtroppo non totalmente integrato, composto da due schermi da 12,3 pollici, sia per il cluster che per l’infotainment centrale. Sono belli e scenografici, ma almeno dalla mia prospettiva quello del cluster è anche troppo grande, e viene tagliato, nelle informazioni come la velocità di crociera, dalla corona del volante.
Apprezzabile, invece, che la grafica del sistema BlueLink, opportunamente ristilizzato e aggiornabile OTA, sia bianca, per entrare in sintonia con il resto della vettura. I sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione ci sono tutti, e assicurano una guida semi-autonoma di livello due che comprende, tra gli altri, l’Highway Driving Assist 2 (HDA 2) che gestisce da solo la velocità in autostrada in base alle curve e al traffico. Alcuni, come l’assistente di corsia, sono però un po’ troppo invadenti, e alla lunga possono dare fastidio.
La Ioniq 5 come fonte di energia
La tecnologia riguarda ogni aspetto della Ioniq 5, dal sistema multimediale compatibile anche wireless con Android Auto ed Apple CarPlay, ai sistemi di sicurezza, alla batteria. La piattaforma E-GMP su cui viene costruita supporta la ricarica fino a 800 V, per ricaricare dal 10 all’80% in 18 minuti con carica batterie da 350 kW e sfruttando le colonnine più potenti, come le Ionity, diffuse anche in Italia e per le quali, acquistando la Ioniq 5, ci sono sconti e agevolazioni durante il primo anno.
Ma questa Hyundai Ioniq, si accennava, è lei stessa fonte di energia, grazie alla funzione V2L che eroga 3,6 kW di potenza, ovvero quella di un normalissimo impianto domestico. Non a caso internamente c’è una presa shuko domestica, dove io ho messo a ricaricare il PC durante il viaggio.
E visto che la potenza erogata è bassa, rispetto a quanta ne richiede l’auto per muoversi, la scarica della batteria è molto lenta, considerando che poi uno smartphone, a quella potenza con il giusto carica batterie, si ricarica in 40 minuti, e un moderno ultrabook in poco più di un’ora.
Ioniq 5 è poi la prima Hyundai con head up display in realtà aumentata. Io aggiungo che è il primo di questi nuovi head up display ad avere un senso e funzionare bene, perché copre una vasta porzione di parabrezza, dà una percezione realistica di distanza e profondità, e soprattutto proietta anche informazioni sulla sicurezza avanzata e sull’ambiente circostante l’auto.
Sempre in AR è la telecamera a 360° per le manovre di parcheggio, che ricostruisce in un poligono digitale, come fosse un videogioco, la Ioniq 5 e rende meglio l’idea delle proporzioni, anche perché la vista non è dall’alto. Ammetto però che, grazie alle ampie vetrate, ho fatto a meno di guardare la telecamera, ma è comunque un bene che ci sia.
Prezzi, allestimenti, debutto
Già ordinabile, la Hyundai Ioniq 5 sarà commercializzata a partire da settembre nel nostro mercato. Tre gli allestimenti: Progress, Innovation ed Evolution. Il prezzo parte da 44.750 euro per la Ioniq 5 Progress con pacco batteria da 58 kWh e trazione anteriore, con potenza di 170 CV e 450 km di autonomia.
Per la versione da me provata, la Ioniq 5 Evolution con due motori da 306 CV e batteria da 72,6 kWh, servono invece 60.250 euro. Ioniq 5, comunque, gode di incentivi statali e regionali che, insieme alle promozioni dei concesssionari, possono eventualmente abbassare il prezzo.
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