NFS Unbound

Need For Speed Unbound: gioco estetico per chi si vuole rilassare

NFS Unbound è un gioco che punta tanto su grafica, estetica e personalizzazioni tamarre per PS5, Xbox Series e PC a 79,99 €

NFS Unbound è l’ultimo titolo della ormai lunghissima saga di EA Games che arriva a due anni da Need for Speed Heat. Dopo avervi svelato i dettagli di settimana in settimana, l’ho finalmente provato e vi racconto com’è.

NFS Unbound: me lo consigli?

parere robin

NFS Unbound è sicuramente a fuoco con lo spirito di una saga che punta sul divertimento, sulla guida arcade ben oltre i limiti della fisica. Anzi, con questo capitolo omaggia alcuni dei suoi vecchi titoli, come l’amatissimo Need for Speed Underground 2 uscito nel 2003, ma anche titoli passati più in sordina come Need for Speed Nitro uscito nel 2009 solo per Nintendo DS e Wii.

Torna infatti l’estetica underground, con numerose personalizzazione, ma in chiave totalmente nuova e rivista che unisce il realismo al fumetto e al cartoon, con un risultato pazzesco, volendo anche a prova di social. Se quindi sei un’amante delle auto, ma hai bisogno di un gioco non troppo impegnativo, che non punti sulla trama ma che ti faccia scegliere auto iconiche di tutti i periodi da sventrare e personalizzare come credi, allora fa per te.

NFS Unbound è un piacere per gli occhi

Diciamo subito i lati tecnici. NFS Unbound segna il ritorno di Criterion Games nello sviluppo di un titolo della saga. La casa di sviluppo, autrice anche della serie Burnout, ha già preso parte agli sviluppi di titoli come Need for Speed: Hot Pursuit del 2010 (e il remastered di 10 anni dopo), Need for Speed: Most Wanted (2012) e Need for Speed: Rivals del 2013, con risultati spesso discussi perché nota per puntare tutto su una guida arcade distruttiva e sensazionalistica, lasciando molto in disparte la trama.

E in effetti, lato grafico e tecnico è stato fatto un lavoro ineccepibile. Io l’ho giocato su PC, un Microsoft Surface Laptop Studio con processore Intel i7, 32 GB di RAM e scheda grafica dedicata Nvidia RTX 3050 Ti, e in generale servono specifiche del genere, lato computer, per muovere un prodotto di questo tipo che, aggiungo, occupa più di 30 GB di spazio di memoria.

NFS Unbound

Il gioco è fluido, con pochi lag e nessuno scatto, e la scelta di unire realismo a soluzioni in stile comics rende tutto più divertente. Anche perché possiamo scegliere i colori del fumo e delle altre grafiche “fumettose” che compaiono continuamente durante il gioco, sia che corriamo sia durante le scene filmate della storia. Quando “sgommiamo” si creano dei cerchi animati, quando facciamo mosse perfette compare una coroncina stilizzata; quando saltiamo, compaiono delle ali. Inoltre la città tende ad assumere i nostri colori quando dominiamo gli avversari.

NFS Unbound

Così come, ovviamente, possiamo personalizzare l’auto in tutto, sostituendo quasi ogni singolo pezzo e, per la prima volta, arrivando a cambiarne completamente i connotati fin quasi a renderla irriconoscibile, e in questo non c’è nessuno che fa meglio.

Solo lato tecnico, per le componenti, non abbiamo ancora i livelli di Forza Horizon, ma non è a questo che punta. Comunque, la gamma di auto è ricchissima, comprende modelli nuovi come modelli molto datati, e di tutte le velocità: il vero divertimento di un Need for Speed rimane la personalizzazione, e Unbound in questo riesce davvero bene.

NFS Unbound

Avevo onestamente paura che una grafica del genere stancasse dopo 10 minuti, invece è proprio un valore aggiunto di un gioco che, altrimenti, non saprebbe distinguersi dai precedenti e anzi forse risultando peggiore sia di Heat che di Payback.

Insieme a questo, gli va riconosciuta anche una maggiore personalizzazione del proprio avatar e dei personaggi, mai così alta su un titolo della saga. Per la prima volta in oltre 20 anni di presenza sul mercato, in un videogioco Need for Speed le città sono animate anche da persone e non solo dalle auto, le quali interagiscono con noi scappando se finiamo su un marciapiede o in una zona pedonale – e questo mi ha ricordato Midtown Madness.

NFS Unbound

Inoltre, i personaggi tra loro interagiscono e parlano continuamente, possiamo scegliere le mosse da fargli fare prima e dopo la gara, i vestiti, i colori dei capelli, anche multipli e via dicendo. Soluzioni sicuramente “ispirate” a Forza Horizon, ma è positivo; senza contare che EA Games ha anche The Sims come punto di riferimento interno per creare avatar.

Non ho detto che anche questi sono cartooneschi, scelta secondo me molto più azzeccata di una riproduzione realistica spesso poco credibile.

Nulla di originale

L’originalità di NFS Unbound è tutta estetica, che riconfermo essere stupenda, a livelli di “maranza” che mancavano da tempo e che Heat aveva reintrodotto timidamente nel 2019. Il resto è il “solito” Need for Speed.

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A partire dalla storia, che certamente non mi aspettavo fosse granché, ma nemmeno una riproposizione già vista su un titolo della stessa serie nel 2017. Mi riferisco proprio a Need for Speed Payback, il cui colpo di scena è ripreso, in chiave leggermente diversa e un po’ più tardi anche in questo Unbound, lasciando in un certo senso l’amaro in bocca.

Il resto della trama è invece ripreso da Heat, con la differenza che anziché puntare il dito su un dipartimento di polizia corrotto, Unbound se la prende direttamente con la politica di Lakeshore. E persino quest’ultima sa di già visto: si ispira a Chicago, e le assomiglia in alcuni punti, ma ci sono alcune zone che sono quasi identiche a quelle di Palm City, la città di Heat.

Avrei preferito una diversità di ambientazione più vicina a quella di Payback, ma ammetto che mi piacerebbe un nuovo Need for Speed ambientato in più città come fu per Nitro, che si divideva tra Europa e America, o The Run, che attraversava tutti gli Stati Uniti.

NFS Unbound

Le gare sono sempre divertenti, e anzi su Unbound apprezzo che impostando la difficoltà massima degli avversari, questi siano davvero molto difficili da battere. Nei precedenti capitoli, per esempio, vincevo troppo facilmente. O forse non è un merito di Criterion Games ma sono io che sono arrugginito?

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Nulla di nuovo nemmeno lato gare: l’obiettivo finale è, ancora una volta, quello di battere i migliori piloti della città. E le tipologie di gare si dividono tra circuiti clandestini, gare a punti, e gare di derapate, che qui tornano piuttosto centrali.

I percorsi sono variegati, e spesso anche piuttosto complicati, per cui il gioco risulta sempre piacevole e a fuoco per chi vuole solo svagarsi. Altre attività riguardano il recupero di veicoli sparsi in giro per la città: c’è quindi il piacere di mettersi al volante di auto pazzesche ma, ancora, una sensazione di forte deja vu.

NFS Unbound

A nulla è servito inserire le scommesse, anche queste in un certo senso un omaggio ad Underground 2: come piloti possiamo sfidare gli altri personaggi che incontriamo per Lakeshore, ma il premio in palio influisce poco sul nostro conto, tanto che sono tipi di gare che aiutano poco a progredire nel gioco. Onestamente, dato che sono comunque divertenti e spesso stimolanti, non ho capito perché sono state lasciate a loro stesse: una maggiore centralità avrebbe fatto bene a NFS Unbound, aiutandolo ad essere diverso dai precedenti.

NFS Unbound

Mi sarebbe in generale piaciuto un passo in più, un ritorno a obiettivi diversi alla Most Wanted (quello del 2005) dove l’obiettivo era ottenere la taglia più alta scontrandosi davvero col capo della polizia. Ma tant’è, sarà per la prossima volta.

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