La Emeya è la prima gran turismo elettrica del marchio britannico, che anche più del SUV Eletre vuole unire le prestazioni al lusso e alla guida confortevole. Lo fa in particolare con la Lotus Emeya S, la versione “di mezzo”: non arriva ai 918 CV della R, ma garantisce comunque 612 CV e in compenso ha la più alta autonomia disponibile sul modello, 612 km su ciclo WLTP.
@quotidianomotori La Emeya è la prima gran turismo elettrica del marchio britannico, che anche più del SUV Eletre vuole unire le prestazioni al lusso e alla guida confortevole. Lo fa in particolare con la Lotus Emeya S, la versione “di mezzo”: non arriva ai 918 CV della R, ma garantisce comunque 612 CV e in compenso ha la più alta autonomia disponibile sul modello, 612 km su ciclo WLTP. Su questi “schermi” siamo abituati a mettere alla prova l’autonomia delle auto elettriche, e sono stato stuzzicato da Lotus stessa che promette un Amsterdam-Parigi, poco più di 500 km, senza ricaricare. Ho voluto spingermi oltre: dato che la distanza media tra le principali città europee è trai 700 e i 900 km, ho deciso di andare da Monaco di Baviera a Roma, e nello specifico dalla Allianz Arena allo Stadio Olimpico per un 933 km in una sola giornata. Dalla città “più a nord d’Italia” (così si definisce chi abita qui) a quella Eterna: metto modalità Range, abbasso il più possibile l’assetto, faccio partire un po’ di musica e vi racconto com’è andata. #lotus #lotusemeya #autoelettriche #viaggielettrici #viaggiare #monacodibaviera #roma #italia #viaggiare #recensione #cartester #carreview #testdrive #perte ♬ fast-paced electronic music(1408925) – Green Woodpecker
Su questi “schermi” siamo abituati a mettere alla prova l’autonomia delle auto elettriche, e sono stato stuzzicato da Lotus stessa che promette un Amsterdam-Parigi, poco più di 500 km, senza ricaricare.
Ho voluto spingermi oltre: dato che la distanza media tra le principali città europee è trai 700 e i 900 km, ho deciso di andare da Monaco di Baviera a Roma, e nello specifico dalla Allianz Arena allo Stadio Olimpico per un 933 km in una sola giornata. Dalla città “più a nord d’Italia” (così si definisce chi abita qui) a quella Eterna: metto modalità Range, abbasso il più possibile l’assetto, faccio partire un po’ di musica e vi racconto com’è andata.
L’autonomia reale della Lotus Emeya S
Sono partito da Monaco di Baviera che erano quasi le 7 del mattino e sono arrivato allo Stadio Olimpico che erano le 16.30: ci ho messo cioè 9 ore e 30 per percorrere tutti i 933 km. Lo stesso tempo che si impiega con qualsiasi automobile, ma meglio approfondire.
Devo fare una precisazione: l’auto l’ho ritirata il giorno prima, non al 100 ma all’87% e ne ho approfittato per fare un tour di Monaco di Baviera con chi la conosce bene, anche per trovare punti interessanti per fotografare sia la città che la vettura stessa.
Ad esempio, ho scoperto che nonostante non ci sia il mare alcuni monacensi adorano sfruttare una piccola “cascata” del piccolo Isar, il più piccolo dei due fiumi che attraversano la città, per surfare. Aggiungo solo che l’Isar viene chiamato The Ice River, perché le sue origini alpine lo rendono freddo anche d’estate.
Non sono quindi partito pieno, ma nonostante questo mi sono fermato due volte. La prima sul confine tra Austria e Italia, alle colonnine Ionity del Brennero, che hanno anche il vantaggio di essere al coperto: niente neve, pioggia o sole estivo a rovinare l’esperienza. Le colonnine si trovano a 214 km dall’Allianz Arena, e sono arrivato lì con circa il 25%, aiutato anche dai limiti autostradali austriaci.
La seconda e ultima tappa è stata all’Area di Servizio Secchia Ovest, sull’Autostrada A1 nei pressi di Modena: tra le due soste c’è una distanza di 317 km e quando sono arrivato alla colonnina avevo ancora circa 150 km di autonomia.
Sicuramente sono stato aiutato dal fatto che tutto l’Alto Adige è una lunga discesa, che ha permesso di contenere i consumi, ma comunque nonostante i due motori elettrici e la potenza, la Emeya può superare i 420 km di autonomia reale in autostrada a 120-130 km/h, e farne anche di più scendendo a 110.
E questo con temperature anche sotto lo 0, e con i pneumatici invernali a cui abbiamo ovviato con i cerchi da 21” anziché quelli da 22.
L’ultimo tratto, quello Modena-Roma, è stato quello più lungo: 405 km che hanno dimostrato quanto sopra, perché non mi sono mai fermato. Sono arrivato nella Capitale senza problemi e con un residuo di circa 25 km.
Ricarica lampo
Non è solo una questione di autonomia: certo i 102 kWh permettono, nonostante un peso importante, grandi percorrenze.
Ma c’è anche la piattaforma EPA su cui l’auto è sviluppata a dare un grande contributo, perché è tra le più avanzate attualmente sul mercato e supporta l’architettura a 800 Volt. Ciò significa che la Emeya è in grado di ricaricarsi anche a 350 kW, e di sfruttare al massimo le colonnine di Ionity o di Free To X, queste tra l’altro oggi capillari e presenti in tantissime aree di servizio italiane, anche al centro-sud.
Con loro, a condizioni ottimali, la vettura recupera l’80% in 18 minuti.
Va detto, però, che solo nella ricarica di Modena questo tempo è stato rispettato, perché la temperatura era più favorevole, ma anche perché Free To X usa le colonnine Hypercharger di Alpitronic, che mantengono la loro efficienza anche al freddo. Ionity, purtroppo, no, e quelle del Brennero non hanno mai ricaricato a più di 110 kW.
Fa tutto lei
Come si è visto, quindi, questo non è stato un test delle prestazioni, ma uno stress test di autonomia in poco tempo: 933 km non sono certo la prassi. Lei li gestisce bene, per tutto quello che abbiamo detto, ma anche perché offre viaggi confortevoli.
La Emeya ha 4 sistemi Lidar: uno sul tetto, uno posteriore reso quasi invisibile dal nero, e due laterali a scomparsa. Premendo un pulsante sulla razza sinistra del volante, la Emeya attiva la guida semi-autonoma, con cruise control adattivo capace di fermarsi e ripartire anche in coda, mantenimento della carreggiata e volendo anche adattamento ai limiti di velocità.
In pratica, fa tutto lei, tranne i sorpassi, e questo rende un viaggio così lungo molto meno stressante. Bisogna certo mantenere l’attenzione, e alcuni suoni dei sistemi, tutti disattivabili, sono un po’ fastidiosi, ma nel complesso è tutto pensato per il comfort, anche grazie ai sedili ben rivestiti e dal grande supporto alla schiena.
Lotus Emeya S in breve
Sicuramente la promessa di viaggiare con un’auto che non passi inosservata è stata mantenuta, specie nel giallo solar di questa prova, arricchito da alcuni inserti in carbonio, come ad esempio le telecamere che sostituiscono gli specchietti retrovisori esterni, e che fanno parte del Pacchetto Carbonio.
La Emeya è in generale molto ricercata a livello estetico, e in questo raccoglie benissimo l’eredità del marchio. Ha una forma piuttosto particolare, con sbalzi non eccessivi, coda quasi a fastback unita allo spoiler posteirore attivo e al diffusore anteriore, tutto pensato per ottimizzare l’aerodinamica. Non c’è stato uno che non si girasse, che fosse in auto o a piedi, a guardare l’auto, anche perché dal posteriore, con la fascia in nero che include anche la scritta Lotus in nero, è difficile capire subito di che auto si tratti.
A proposito del posteriore, con la sua striscia a LED rossa è davvero scenografico, mentre lo sguardo anteriore a LED sdoppiato la rende sia aggressiva che futuristica.
L’interno invece è tutta una novità. Con oltre 5 metri di lunghezza e 3 di passo, la Emeya è molto spaziosa e, nonostante il tetto discendente, in quattro ci si viaggia molto bene. I materiali sono di altissima qualità, e al contempo tutti attenti all’ambiente: i sedili e la plancia sono rivestiti in pelle vegana bianca con cuciture gialle a contrasto, a cui si uniscono i tessuti riciclati Re-fibre e Alcantara su tutto il resto dell’abitacolo, e sul volante, mentre il tocco sportivo è dato da altri elementi in fibra di carbonio.
Diversi i display: oltre a quelli in sostituzione degli specchietti, ce ne sono due larghi e sottili integrati nella plancia: uno è il quadro strumenti, l’altro è dedicato al passeggero anteriore che può, ad esempio, cambiare la musica. Al centro, il display touch da 15” con OS proprietario Lotus, da cui si comanda quasi tutto come clima, ADAS, o ad esempio il sound da dare all’ottimo impianto audio KEF.
Alcune chicche, come le cinture bianche decorate dal giallo e dal verde tipici Lotus, la targhetta metallica sul montante, o il tetto panoramico intelligente e personalizzabile nell’opacità confermano che su quest’auto nulla è stato trascurato.
Considerazioni e prezzi
612 CV e uno 0-100 in 4,5 secondi rendono la Emeya S già molto divertente, e la velocità massima di 250 km/h la rende anche tra le elettriche più veloci: non nascondo che sulle autostrade tedesche ho voluto provarla. Inoltre, nella guida, nemmeno in frenata, non sembra sentire minimamente il peso tipico di un’auto di queste dimensioni, e con tutti questi contenuti, tanto che rimane molto maneggevole. Per chi scrive, c’è un altro punto a favore: la guida bassa. Non è a terra come su altre sportive, perché c’è la batteria, ma a livello di piacere di guida resta imbattibile.
La Lotus Emeya parte da 111.490 €. Per la versione S si parte da 132.560 €, che arrivano a 169.340 € per l’auto configurata come la nostra.
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