Se dovessi definire Agent Intercept in due aggettivi, sarebbero sicuramente “Bello e vuoto”. Una definizione forse un po’ esagerata, ma che riassume il titolo esclusivo di Apple Arcade, la piattaforma che Cupertino ha lanciato per entrare nel sempre più fruttuoso mondo dei videogiochi. Agent Intercept è un titolo “spy”, ovvero l’auto e i mezzi di trasporto sono protagonisti, ma non ci sono gare: quello che il giocatore deve fare, da bravo agente, è fermare membri di un’organizzazione criminale particolarmente potente, e particolarmente crudele.
Dalla sua, il gioco sviluppato da Pik Pok, al suo debutto nel database della Mela, ha una grafica davvero curata, come Apple Arcade ci ha abituato, e che riesce a risaltare su tutte le tipologie di display presenti sui dispositivi dell’azienda californiana: dal semplice HD di iPhone SE 2020, all’OLED degli iPhone 12, fino ai display Retina di iMac e MacBook. Tutti dispositivi con cui è naturalmente compatibile – senza considerare la compatibilità coi dispositivi più vecchi, fino ad iPhone 6s – e su cui gira molto bene. In più, riesce a catturare l’attenzione per una dinamica di gioco molto esplosiva, che se è un pregio, diventa in realtà anche il suo più grande difetto. E non basta un’auto pluri-accessoriata in grado di trasformarsi a salvare il titolo dall’essere, dopo poco, particolarmente noioso.
Agent Intercept: un tuffo nei colorati anni Settanta
Agent Intercept è ambientato nella West Coast statunitense, molto probabilmente in California, come sembra voler suggerire l’ambientazione, la quale insieme alle tematiche richiama inequivocabilmente gli anni Settanta. Lo stile è in generale ottimo: la grafica è perfetta, e le missioni chiare. L’utente deve risolvere delle crisi o fermare delle minacce, in modalità “uno contro tutti”, ottenendo il miglior punteggio possibile.
Non serve quindi dilungarsi sul gameplay: come in tutti i titoli nati principalmente per il mobile o, più in generale, gli schermi touch, l’autovettura (che diventa motoscafo), una coupé sportiva squisitamente arancio, si muove da sola, mentre l’utente deve curvare e tappare lo schermo per lanciare i missili o usare il nitro.
I percorsi sono predefiniti, e pieni di nemici, event, boss più o meno difficili. Peccato che, se per le prime missioni questo unirsi di cura grafica colori, e missioni dinamiche crea entusiasmo, a mio parere gli sviluppatori non sono riusciti a trovare il modo di renderlo altrettanto accattivante nel tempo, rendendolo un gioco per passare il tempo in metro, e nulla di più.
Monotematico e monotono
Quello che intendo è che lui non è un Asphalt o, ancora meglio, un Need For Speed: No Limits, i quali sono ricchi di dettagli ed eventi, che vanno dall’ampia possibilità di personalizzazione dell’auto, a serie speciali, carriera e altro. Agent Intercept è purtroppo monotematico e, alla lunga, monotono.
Questo perché la struttura scelta da Pik Pok non prevede una progressione classica, forse per cercare di renderla originale. Fatto sta che ogni Crisi (questo il nome delle missioni) dura un giorno intero, ripetendosi a diversi livelli di difficoltà per avere un punteggio migliore e scalare le classifiche online.
Peccato, però, che rifare la stessa missione a lungo non è il massimo quando la perdi, figurarsi quando la vinci e, quindi, sai già esattamente quello che devi fare. Come dicevo, quindi, superato l’iniziale entusiasmo della novità, dovuta proprio alla grafica e al concept di gioco, lo stesso concept non è in grado di evolversi e continuare a stupire il giocatore, mostrandosi anzi molto superficiale, nella meccanica, la quale non gode di una cura minimamente paragonabile a quella che è stata riservata alla grafica. I nemici infatti sono prevedibili e, anch’essi, ripetitivi, mentre l’unica altra area di gioco che non sia quella principale è quella delle Sfide, le quali però sono altrettanto banali e ripetitive.
Un vero peccato, quindi, perché Agent Intercept è un vero piacere per gli occhi e, se fosse stato altrettanto curato nel gameplay, poteva essere uno dei migliori titoli di Apple Arcade. Così sembra solo abbozzato, e che la stessa Pik Pok non gli abbia dato l’attenzione che merita.
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