Ebbene si, la conferenza stampa di Valentino Rossi non lascia spazio a dubbi: il nove volte Campione del Mondo ha annunciato il ritiro dalle corse.
“Ho deciso di fermarmi a fine stagione. È dura prendere questa decisione, avrei voluto correre per altri 25 anni ma è arrivato il momento di dire basta. Purtroppo, quindi, questa sarà l’ultima metà stagione come pilota MotoGP“, ha detto Valentino.
Una decisione sofferta
“Ci ho pensato, perché avrei avuto la possibilità di correre con il mio team. Ma ho preso questa decisione. La mia carriera è stata molto lunga e ho vinto tante gare, ma alcune vittorie e momenti che ho rivisto nel video sono indimenticabili. Pura gioia. Qualcosa che mi ha fatto sorridere per una settimana. Ripeto, non è stata una decisione facile, ma bisogna comprendere che in tutti gli sport i risultati fanno la differenza e penso che sia la strada giusta”.
Avrebbe potuto continuare con il fratello
“È stato difficile perché avevo l’opportunità di gareggiare in MotoGP con mio fratello e mi sarebbe piaciuto, ma va bene così. Abbiamo ancora metà stagione, credo che sarà più difficile quando si arriverà all’ultima gara. Sto soltanto comunicando la mia decisone e non posso lamentarmi della mia carriera. Ho sempre dato tutto, cercato di dare il mio massimo per restare in gioco e al top”.
Che ne sarà della MotoGP senza Valentino?
Il capitolo Valentino Rossi in MotoGp si chiude, ed è giusto chiedersi cosa accadrà l’anno prossimo. Esce di scena la figura più carismatica dell’intero circus, il pilota per antonomasia con il quale qualsiasi sfidante doveva misurarsi. C’è qualcuno pronto a prendere il suo posto?
Marquez è li, il caimano arriverà presto o tardi a battere i record di Valentino, ma non è questo il punto. C’è un altro pilota, o un gruppo di piloti in grado di prenderne l’eredità ed essere i testimonial della MotoGP fuori dal mondo delle gare? Purtroppo, parere personale, la risposta è no. Sia chiaro, è un discorso che nulla a che fare con la bravura in pista. Si tratta di bucare lo schermo sempre e comunque. Si tratta di farsi conoscere anche a chi di gare importa poco. Si tratta di “essere” la MotoGP.
Valentino in questo senso ha fatto scuola, fin dagli esordi in 125. Il gruppo di ragazzi, o se preferite di uomini, che si batte ad ogni Gran Premio, non hanno il suo peso mediatico perchè non hanno il suo carisma.
A questo punto, c’è da farsi altre domande. Cosa ha portato al motociclismo la gestione Dorna della MotoGP? Date un occhio all’Albo d’Oro: il motomondiale è passato dall’essere un vero e proprio campionato del mondo quando c’era la Classe 500, all’essere praticametne un torneo italo spagnolo. Dal 2002 la MotoGp ha visto come vincitore Rossi, oppure un pilota spagnolo dal 2012 in poi. Gli unici due a rompere l’incantesimo sono stati Stoner ed Hayden. Ovviamente nessuno vuole togliere i giusti meriti a Lorenzo, Marquez e Mir, ma è questo che desideriamo vedere nelle corse?
Andiamo avanti, e vediamo come in MotoGP corrono 23 piloti, dei quali solo 3 non sono europei. Un po’ poco per un titolo del Motomondiale. Dove sono finiti gli americani? E gli australiani? Perchè non corrono più in Europa? Cos’è cambiato nel frattempo? Davvero la MotoGP pensa di andare avanti in questo modo?
Finchè c’era Rossi a fare notizia, la vita era semplice. Domani che non ci sarà più, sarà tutto più complicato. Se è vero che morto un papa se ne fa un altro, è anche vero che la Dorna non è il Vaticano, e senza Valentino Rossi la MotoGP così come la conosciamo è mediaticamente arrivata alla fine.
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