battery swapping

In India lo swapping battery ha reso “elettriche” le consegne dei fattorini

In India lo swapping battery potrebbe aiutare l'elettrificazione dei risciò e dei veicoli a due e tre ruote di cui il Paese è il principale mercato.

A Nuova Delhi le consegne all’ultimo miglio, in particolar modo quelle legate al food delivery, sono sempre più fatte usando scooter elettrici. Questo è merito dello swapping battery, tecnica relativamente recente sviluppata in Cina che in due minuti permette di sostituire la batteria scarica con quella carica, con un notevole vantaggio rispetto alla ricarica della stessa. L’attività è praticata anche da MetroRide, società indiana che si occupa di trasportare i pendolari alle stazioni della metropolitana.

L’altro grande vantaggio è quello economico: il costo dello swapping battery è di 50 rupie, pari a 67 centesimi, molto meno rispetto ai costi della benzina.

L’evoluzione delle consegne

Lo swapping battery è insomma stata una svolta per tutti i lavoratori di MetroRide e altri operatori legati alle consegne. Un autista di MetroRide che guida un Risciò elettrico deve ricaricare tre batterie agli ioni di litio, che permettono 80 km di autonomia, due volte ogni 5 ore. Proprio per questo, secondo la società, scambiare la batteria permette di risparmiare troppo tempo, e permette ai driver di non preoccuparsi della carica residua.

Anche per questi motivi, lo swapping battery è visto in India come modo per aiutare a elettrificare il più grande parco al mondo di veicoli a due e tre ruote, operazione considerata cruciale per ridurre le emissioni in quelle che sono alcune delle città più sporche e inquinate del Pianeta, e per arrivare all’obiettivo finale di rendere il Paese a zero emissioni nette di carbonio entro il 2070. Due obiettivi grossi, frenati da una parte dal continuo cambiamento delle tecnologie delle batterie, e dal rifiuto di molte case automobilistiche, soprattutto quelle occidentale, di usare uno standard unico per gli accumulatori.

ME 6.0 scooter elettrico 2021

Per capire l’importanza dello scambio delle batterie in India basti pensare che è stato al centro di un discorso sul bilancio del ministro delle finanze indiano Nirmala Sitharaman nel mese di febbraio 2022.

Il governo indiano è infatti al lavoro per lo sviluppo di politiche per incentivare l’industria ad adottare questa tecnologia, anche per via della mancanza di spazio nelle affollatissime città del Paese che rende complicata la costruzione delle colonnine. In modo molto deciso, l’esecutivo del gigante asiatico prevede di standardizzare la progettazione dell’hardware delle batterie, costringendo i produttori a seguire le nuove norme.

I problemi dello swapping battery

Al momento, lo swapping battery non è molto diffuso fuori dalla Cina, sia perché per essere redditizio ha bisogno di tanti veicoli elettrici in circolazione, sia perché i proprietari europei e statunitensi di auto elettriche hanno un più facile accesso alla ricarica domestica. Al contrario, in Cina i conducenti vivono soprattutto in condomini privi di box, e non hanno sempre prese di ricarica personale, motivo per cui proprio aziende come Nio e il gruppo Geely sono impegnate nella costruzione di oltre 26.000 stazioni di ricarica e/o swapping battery entro il 2025.

Swapping Battery

L’India ha una situazione simile: parliamo di circa 1,3 miliardi di abitanti contro appena 1640 colonnine pubbliche. Per fare un paragone, l’Italia ha circa 60 milioni di abitanti e quasi 30.000 colonnine. Lo scambio delle batterie sarà insomma la chiave per elettrificare l’India, e sarà usato principalmente agli oltre 1,5 milioni di risciò elettrici, pari all’83% di tutti i veicoli a batterie venduti nel Paese.

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