Se n’è andato Arlen Ness, che ha segnato lo stile del custom in tutto il mondo. Ne ripercorriamo la sua lunga carriera piena di successi.
Arlen Ness: pioniere del custom
Arlen Darryl Ness, fondatore dello storico marchio che porta il suo nome, nacque a Moorhead, in Minnesota, il 12 luglio 1939 ma presto si trasferì con i genitori a San Leandro, California. Iniziò la sua carriera di costruttore e custom painter nei primi anni Sessanta, lavorando sulla Untouchable, una Harley-Davidson Knucklehead del 1947 acquistata con i primi guadagni ottenuti come giocatore di bowling semi-professionista. Le sue prime moto custom le costruì nel garage di casa sua a San Leandro ma presto, negli anni Settanta, aprì la sua prima officina al numero 15997 di East 14th Street della stessa città, iniziando a vendere pezzi e moto intere, customizzate secondo il suo stile, con telai allungati e bassi, stile che divenne un po’ il suo marchio di fabbrica.
Ness si mise presto in luce per il suo stile unico di verniciature e per aver sviluppato componenti after market dedicate a moto custom. La sua popolarità crebbe man mano che presentava le sue moto uniche, che guadagnavano riconoscimenti nei primi bike show e copertine sulle riviste di tutto il mondo.
Dopo più di 30 anni di carriera, nel 2005 Ness trasferì la sua attività a Dublin, in California, dove ha tuttora sede il quartier generale della Arlen Ness Motorcycles, al cui interno c’è anche un museo che espone circa 40 moto, tra cui la sua prima realizzazione, la celebre Untouchable, la Two Bad con due motori, la Ferrari Bike, la Ness-Stalgia e la Smooth-Ness ispirate a tre automobili, rispettivamente alla sportiva italiana, a una Chevrolet del ’57 e a una Bugatti Atlantic del 1930, o ancora la Ness-Tique e la Blower Bike, la Top Banana del programma Biker Build-Off su Discovery Channel, la Mach-Ness del 2005 con propulsore a turbina di un elicottero e molte altre ancora.
Arlen Ness: i suoi ultimi successi
Considerato in tutto il mondo come un pioniere e innovatore in questo campo, Ness ha trasmesso la sua passione e il suo lavoro anche al figlio Cory e al nipote Zach, dopo aver ricevuto un’infinità di riconoscimenti, tra cui il Builder of the Year, il Lifetime Achievement Awards e l’inserimento, nel 1992, nella Motorcycle Hall of Fame dell’AMA (American Motorcyclist Association).
Il suo catalogo di accessori è tra i più popolari negli Stati Uniti e comprende non solo parti estetiche ma anche componenti coperti da brevetto come Big Shot Fuel Tuner, una centralina per modificare l’iniezione elettronica. In Italia Arlen Ness ha partecipato più volte come ospite d’onore al Motor Bike Expo di Verona.
Oltre a inventare linee di prodotti per Harley-Davidson, Indian e Victory Motorcycles, con quest’ultimo marchio americano ebbe una lunga collaborazione iniziata nei primi anni duemila, che portò alla realizzazione di serie speciali “Ness Signature Series” di modelli come la Vegas del 2003, la Kingpin del 2005, la Jackpot del 2006 o la Vision del 2010, con la sua firma, così come quelle di Cory e Zach. Nel 2013 firmò anche la RCZ Arlen Ness, realizzata sulla base della coupé Peugeot RCZ 1.6 THP.
Il mondo del custom ha perso uno dei suoi protagonisti. Ci consola sapere che a portare avanti le sue idee, oltre che il suo marchio, ci saranno il figlio Cory e i nipoti Zach e Max, ai quali ci stringiamo in questo momento.