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Vendita di bici in calo: mercato saturo e prezzi troppo alti?

Dopo il boom post-Covid, il mercato delle biciclette mostra segni di affaticamento, con un calo delle vendite del 23%. Saturazione del mercato e aumento dei prezzi, soprattutto nel segmento di alta gamma, sono i fattori chiave di questo rallentamento.Il settore […]

Dopo il boom post-Covid, il mercato delle biciclette mostra segni di affaticamento, con un calo delle vendite del 23%. Saturazione del mercato e aumento dei prezzi, soprattutto nel segmento di alta gamma, sono i fattori chiave di questo rallentamento.

Il settore delle biciclette, dopo aver pedalato a ritmi serrati nel periodo post-Covid, mostra ora segni di affaticamento. Le ultime rilevazioni fornite dalla Confindustria Ancma evidenziano un calo significativo nelle vendite, che si attesta intorno al 23% su base annua. Un fenomeno complesso, al cui cuore si trovano il saturamento del mercato e l’incremento dei prezzi, soprattutto nel segmento di alta gamma.

Il boom delle vendite registrato durante la pandemia è stato spinto da diversi fattori. Incentivi economici, come il bonus Conte di 500 euro per l’acquisto di biciclette e monopattini, e il crescente bisogno di alternative ai mezzi pubblici hanno saturato il mercato in breve tempo. Coloro che desideravano una bicicletta l’hanno acquistata in quel periodo di alta domanda, e ora, con un parco cicli già rinnovato, la necessità di acquistarne di nuove è sensibilmente diminuita.

Prezzi troppo alti?

Parallelamente, si assiste a un’escalation nei prezzi. Le biciclette elettriche e i modelli di fascia alta hanno visto un rialzo, in risposta sia all’aumento dei costi di produzione sia a una strategia di posizionamento di prodotto. Questo incremento ha reso l’acquisto meno accessibile per una parte della clientela, frenando ulteriormente le vendite in un contesto di mercato già saturo.

Le aziende del settore, da Atala a Bianchi, confermano questa tendenza. La produzione, dopo aver raggiunto picchi senza precedenti nel 2020 e 2021, si è stabilizzata, ma le aspettative di vendita non sono state soddisfatte, lasciando i magazzini pieni e i produttori a gestire un’eccessiva scorta di inventario.

A questo punto l’industria da un lato deve gestire l’eccesso di scorte accumulate durante gli anni di forte domanda, dall’altra deve adattarsi a un mercato che, pur mostrando segni di stanchezza, non ha perso il suo potenziale di crescita a lungo termine. Le prospettive rimangono comunque positive per il futuro, con una stabilizzazione dei prezzi e una domanda che potrebbe tornare a crescere non appena l’economia si riprenderà e le nuove esigenze di mobilità si faranno sentire.

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