Forse lo Stato per antonomasia quando si parla di industria petrolifera statunitense, il Texas oggi guarda anche ai treni elettrici, a quelli molto veloci come il Frecciarossa italiano e soprattutto i “treni-proiettile” giapponesi.
L’amministrazione texana ha infatti in progetto un sistema ferroviario ad alta velocità, ancora raro negli USA, che se realizzato potrebbe portare i pendolari tra Houston e Dallas in meno di 90 minuti, grazie alla velocità massima superiore a 330 km/h, molto vicina ai 400 km/h massimi del nuovo Frecciarossa, ma ben lontano dai 505 km/h del Meglev, il treno giapponese che inaugurerà la tratta Tokyo-Osaka nel 2027.
Da Giappone prende l’estetica
L’idea viene portata avanti da Amtrak, che potremmo definire la Trenitalia statunitense, e una società dal nome Texas Central, e le domande per procedere alla realizzazione dell’infrastruttura, secondo le fonti, sono già state presentate a diversi programmi di sovvenzione federale che finanziano progetti di ricerca e innovazione. Secondo Amtrak, il progetto potrebbe ridurre le emissioni di gas serra di oltre 100.000 tonnellate ogni anno, rimuovendo 12.500 auto ogni giorno dal sistema autostradale I-45 dell’area e risparmiando fino a 246 milioni di litri carburante annui.
Amtrak per la tratta Dallas-Houston prevede dei treni basati sui treni proiettile Shinkansen N700S giapponesi, la loro versione aggiornata che ha debuttato nel 2020, completamente elettrici e più leggeri rispetto ai vagoni tradizionali; oltre che più ecologici, visto che generano un sesto della quantità di carbonio per km/passeggero rispetto a un treno commerciale standard.
Gli USA verso i treni?
Come detto, i treni ad alta velocità sono molto rari, se non quasi inesistenti, negli USA: l’unica tratta che, in alcuni punti, supera i 250 km/h è quella che collega Baltimora, New York City, Providence e Boston.
Nonostante gli Stati Uniti siano stati tra i primi paesi al mondo a realizzare una tratta ferroviaria ad alta velocità, questo sistema di trasporto non è mai riuscito a diffondersi, così come la rete ferroviaria in generale è altamente insufficiente per un territorio così vasto. Concentrata soprattutto nel Nord Est e nell’area di Detroit e Chicago, poche tratte collegano le due estremità oceaniche del Paese, e ancora meno vanno da Nord a Sud. Nessuna di queste, in ogni caso, ad alta velocità.
Eppure, gli urbanisti del Paese si sono sempre detti favorevoli a dotare il paese di questo sistema, fallendo per diversi motivi: mancanza di finanziamenti, rifiuti politici, e ostacoli culturali degli statunitensi stessi, oltre che, naturalmente, ostacoli geografici data la vastità del territorio e la presenza, non indifferente, di una catena montuosa gigantesca come le Montagne Rocciose.
Di recente, però, l’85% dei pendolari intervistati tra Dallas e il Texas del Nord si è detta favorevole a questo sistema di trasporto, pur nelle giuste cirostanze, anche se non viene specificato quali siano. Ad ogni modo, se davvero sono favorevoli, Amtrak stima 6 milioni di passeggeri sulla nuova tratta entro fine decennio, e 13 milioni entro il 2050.
E non solo in Texas: sono in lavorazione altri progetti ad alta velocità in California, in particolare tra San Francisco e Los Angeles e tra Los Angeles e Las Vegas. Nel primo caso, però, è solo teorico. Nel secondo, i lavori per la messa in atto sono in continuo ritardo.
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