L’Osservatorio Ciclisti ASAPS-SAPIDATA registra un aumento preoccupante dei decessi di ciclisti in Italia. Nelle prime tre settimane di gennaio 2024, sono già stati registrati 16 decessi, un numero significativamente superiore rispetto agli anni precedenti.
L’anno 2024 ha visto la ripresa delle attività dell’Osservatorio Ciclisti ASAPS-SAPIDATA, un’iniziativa per la sicurezza stradale in Italia. Se i dati registrati nel 2023, con 197 ciclisti morti erano di per sé terribili, il nuovo anno è iniziato con una tendenza ancora più allarmante: nelle prime tre settimane di gennaio, sono già stati registrati 16 decessi di ciclisti, un numero significativamente superiore rispetto agli anni precedenti per lo stesso periodo.
I dati disaggregati mostrano che tra le vittime ci sono 14 uomini e 2 donne, e che sette delle vittime avevano più di 65 anni. Due casi particolarmente gravi sono stati registrati: uno di pirateria stradale a Castel Volturno, nel casertano, e l’altro a Borgaro Torinese, dove un ciclista di 47 anni è stato tragicamente lasciato morire sulla strada. Un altro incidente grave è avvenuto a Bolzano, dove un novantenne è stato investito da un autobus.
La distribuzione geografica dei decessi vede la Lombardia e la Toscana in cima alla lista con tre vittime ciascuna, seguite dalla Campania con due. È importante notare che, secondo ASAPS, anche i decessi avvenuti a distanza di mesi dagli incidenti sono conteggiati, al fine di evidenziare le tragedie prolungate e spesso trascurate nelle statistiche ufficiali.
Per aumentare la consapevolezza su questa grave problematica, ASAPS ha implementato un sistema di geolocalizzazione dei sinistri stradali mortali che coinvolgono ciclisti. Questo strumento non solo fornisce dati preziosi per la comprensione del fenomeno, ma serve anche come promemoria visivo dell’urgente necessità di migliorare la sicurezza stradale per i ciclisti. Ovviamente vengono riportati i decessi e non la dinamica ne tanto meno le colpe.
La crescente preoccupazione per la sicurezza dei ciclisti in Italia è un campanello d’allarme che richiede un’azione concreta. Una consapevolezza che deve partire anche da parte degli stessi ciclisti in modo che adottino tutte le misure a loro protezione anche non obbligatorie per legge, come l’utilizzo del casco, così come ad esempio l’uso di luci di segnalazione adeguate durante le ore serali.
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