Sciopero di oggi 24 luglio 2019: è una giornata nera in arrivo per i trasporti pubblici a livello nazionale. Per i tanti pendolari che usano treni, metro, bus, tram e taxi c’è da tener duro e trovare un escamotage per rientrare a casa nelle principali città e nelle imminenti periferie.
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto lo sciopero di comune accordo. I sindacati hanno detto che la ragione dello sciopero di oggi 24 luglio 2019 è quello di chiedere al governo un confronto su diverse questioni legate al mondo dei trasporti e delle infrastrutture.
Lo sciopero sta coinvolgendo sia il trasporto locale urbano, quindi tram, autobus, metropolitane e quello regionale e nazionale, ovvero treni e autostrade.
Il programma, secondo diverse modalità, prevede 8 ore di stop per il comparto ferroviario, fascia oraria a rischio compresa tra le 9.01 e le 17.01, 4 ore di stop per il trasporto pubblico (Sita ore 9-13), 24 ore per il marittimo, 12 ore per i porti (nelle città portuali), 24 ore per i taxi.
Per chi usa l’auto in entrata a Milano nel giorno dello sciopero del 24 luglio 2019 attenzione ad area C e area B. E sono presenti, oltre ai vai car sharing già noti attivi, anche il nuovo servizio di Scooter Sharing.
Per Bologna ricordatevi che è presente un servizio car sharing con il progetto “Corrente”
A Torino potete invece usufruire del servizio Uber Taxi .
Sciopero del 24 luglio 2019, cosa dicono i sindacati
I sindacati scrivono“: Per la prima volta nella storia più recente il Governo si contraddistingue per l’assenza di risposte strategiche, non ha mai convocato le organizzazioni sindacali e lo ha fatto solo per sporadici incontri per la gestione delle singole crisi. A seguito di questo bisogno di scelte si deve aprire un confronto punto per punto su infrastrutture, politica dei trasporti e regole ed arrivare alla sottoscrizione di un Patto per i Trasporti che parta dall’aggiornamento del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica e che tenga conto delle esigenze di mobilità di persone e merci”.
Proseguono poi…”“L’Italia dal punto di vista infrastrutturale, rischia di diventare la cenerentola d’Europa se non si sbloccano le opere che la fanno viaggiare fra sud e nord a due velocità. Il sistema di regolazione dei trasporti sta penalizzando sia le lavoratrici che i lavoratori del settore. Basta osservare cos’è accaduto nel trasporto aereo, dove al crescere del traffico una serie di aziende, anziché svilupparsi, sono entrate in crisi che durano tuttora“.
Si conclude così… “Allo stesso tempo nel settore ferroviario la liberalizzazione ha aperto le infrastrutture senza garantire alle imprese italiane condizioni di reciprocità verso i paesi europei. Inoltre le dichiarazioni dell’Autorità di regolazione dei trasporti destano inquietudine per i provvedimenti che dovrebbero colpire Rfi, mentre non è ben chiaro cosa si intenda per ‘aggiornamento del rapporto concessionario per le autostrade’. Il Paese e i lavoratori dei trasporti hanno bisogno di regole, pianificazione e programmazioni. Siamo uniti per vincere la battaglia che abbiamo iniziato con gli scioperi nazionali di maggio scorso. Questo non è uno sciopero contro i due partiti al Governo, ma è uno sciopero politico contro l’immobilismo di questo Governo. Senza trasporti moderni ed efficienti, con tutti i lavoratori tutelati dai Ccnl, questo Paese non potrà ripartire”.