Ciclisti brava gente? Pare proprio di no, a giudicare un brutto fatto di cronaca accaduto qualche giorno fa a Palermo.
A scanso di equivoci diciamo subito che riportiamo questa brutta vicenda con un unico obiettivo: dimostrare che il mezzo non è indice dell’intelligenza delle persone, e che quindi un cretino rimane un cretino sia che usi l’automobile, sia che vada in giro in bicicletta.
Le cronache locali riportano il racconto della vittima, un paratleta, che stava correndo insieme ad altri compagni in fila indiana sul lato sinistro di una pista ciclabile. Ma ecco che arriva il ciclista dal lato opposto, quindi con visibilità completa della situazione.
Cosa sia successo non è chiaro, ma il risultato è che a seguito dell’incidente, l’atleta disabile viene centrato sul petto e sulla coscia sinistra.
Se in un clima civile probabilmente la cosa si sarebbe conclusa con tante scuse da parte di entrambe, per il ciclista il colpevole è l’atleta, che viene sommerso di insulti assolutamente sgradevoli: “Cretino, pezzo di m…, hai pure gli occhi storti!”.
A questo punto la mamma del paratleta, denuncia il fatto su Facebook, che purtroppo non siamo riusciti a trovare in originale. In ogni modo, secondo quanto riportato scrive: “Approfondirò la faccenda anche se rimane la delusione per i tanti sforzi e il tanto lavoro fatto per trasmettere valori che, a causa del comportamento indegno di un altro atleta, hanno smarrito il proprio significato“.
E qui la storia si fa ancora più grave, perchè da quello che leggiamo non si tratterebbe di un ciclista “della domenica”, ma di un altro atleta, che proprio per questo motivo dovrebbe avere ancora più rispetto per chi sta facendo sport. Andando poi a spulciare la normativa, è chiaro come la pista ciclabile non sia una “pista di lancio” ma nemmeno un campo di allenamento per ciclisti, visto che sono in vigore limiti di velocità ben precisi.
Certo, abbiamo scritto più volte che i ciclisti ed i motociclisti sono i cosiddetti “utenti deboli” della strada, con dati relativi ad incidenti che fanno rabbrividire. Questo però non deve essere una giustificazione per comportamenti aggressivi così come gli insulti ad una persona con disabilità, che costituiscono una discriminazione e come tali vanno punti.
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