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Parigi vuole bandire i monopattini elettrici in sharing

L'amministrazione comunale di Parigi non è convinta di rinnovare la licenza per i monopattini elettrici in sharing nel 2023

Copenhagen ci aveva provato qualche anno fa, ora è il turno di Parigi. L’amministrazione comunale parigina sta infatti prendendo in considerazione l’idea di un divieto totale nei confronti dei monopattini elettrici a noleggio, a causa dell’uso incivile su strade e marciapiedi, e per il fatto che sono lasciati sempre in mezzo, danneggiando la mobilità dei pedoni.

Per Parigi, inoltre, il monopattino elettrico a noleggio non è nemmeno considerato ecologico, perché ha “una vita molto breve” e c’è quindi il rischio che crei cumuli di rifiuti potenzialmente tossici, oltre al fatto che tutti i fiumi delle città europee sono un cimitero di questi mezzi gettati in acqua da cittadini impazziti.

Il brutto rapporto tra la Francia e i monopattini

A Parigi in totale ci sono 15.000 monopattini elettrici a noleggio, divisi tra Lime, Dott e Tier e utilizzati da 1,2 milioni di utenti nel 2021 gran parte di quali residenti nel territorio della capitale. Tutti e tre gli operatori sono già pronti a rinnovare la licenza a febbraio 2023, ma chi invece è meno pronto è la giunta comunale parigina, con il sindaco Anne Hidalgo che annuncerà la sua decisione nelle prossime settimane.

Quello che preoccupa il sindaco è la sicurezza. A Parigi sono stati registrati 337 incidenti dovuti ai monopattini elettrici nei primi 8 mesi del 2022, contro i 247 del 2021. Tra l’altro, nel 2021 uno degli incidenti fu letale per una donna italiana che passeggiava lungo la Senna e che fu travolta da un monopattino elettrico con due ragazze a bordo. A Lione, due giovani sono morti nell’agosto 2022, e per questo il Comune di Lione ha vietato l’uso di questi mezzi per utenti sotto i 28 anni.

Gli operatori non ci stanno

Le aziende del settore, ovviamente, cercano di deresponsabilizzarsi. Sostengono ad esempio  che Parigi sia una delle città più severe per le loro attività, visto che appunto ammette solo tre operatori, ha un monitoraggio automatico e limita la velocità a 10 km/h in alcune aree, e vieta il loro utilizzo all’interno dei parchi pubblici. Inoltre, consente il loro utilizzo esclusivamente sulle piste ciclabili e, come in Italia, teoricamente possono essere guidati solo da una persona, divieto che spesso viene violato.

Lime, Dott e Tier sostengono che non sia giusto puntare il dito contro di loro, perché quelli causati dai monopattini elettrici rappresentano solo una piccola percentuale di incidenti, e sono quelli con l’indice di mortalità più bassa rispetto a moto e auto.

Queste aziende, che citano anche la Francia come maggior mercato europeo per monopattini privati, sostengono che si stanno impegnando ogni giorno per risolvere il problema grazie ai software di geo-tracciamento, ed escogitando diversi modi per impedire alle persone di salire insieme sui monopattini.

Ancora, sostengono di pagare una volta al mese operatori subacquei professionisti per ripescare i monopattini elettrici finiti sul fondo della senna. Nessuno, comunque, mette in discussione l’impegno degli operatori a garantire ordine. Rimane che i monopattini elettrici, usati in questa maniera e cioè senza leggi severe e senza patente come sulle auto, rappresentino un problema tanto alla mobilità pedonale quanto a quella automobilistica, in tutta Europa.

E per quanto siano molto apprezzati perché permettono spostamenti più agili senza dover prendere mezzi pubblici o auto, è evidente che per continuare ad esistere abbiano bisogno di una regolamentazione come si deve.

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