Vere e proprie bande specializzate nel rubare le batterie degli scooter in sharing. Come se non bastasse il vandalismo, è questo l’ennesimo danno subito da chi vuole offrire un servizio ai cittadini.
Si, perché se gli scooter elettrici sono diventati un fenomeno, è chiaro che una delle componenti più costose è proprio la batteria. E se per i privati la tecnica del battery swapping permette di rimuovere temporaneamente la batteria per caricarla o scambiarla con una già carica, è chiaro che per lo scooter sharing questo non è possibile.
Il danno economico è ingente, e secondo il Corriere il conto in tre anni, tra danneggiamenti e batterie rubate, supera il milione di euro.
Cityscoot ha iniziato a difendersi affidandosi ad una agenzia di servizi investigativi per controllare gli scooter, intervenire subito quando scatta l’allarme e avvertire le forze dell’ordine. In più, sono stati posizionati localizzatori GPS anche sulle batterie, in modo da verificare sia movimenti degli scooter, ma anche eventualmente anche quello delle celle. In più, viene controllato anche il voltaggio: se cala a zero significa che c’è un furto in atto.
Pare che il sistema di controllo funzioni, con una decina di arresti avvenuti in flagrante, che guarda caso hanno segnato un periodo di calo nei furti seriali.
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