Il decreto sulle piattaforme di intermediazione, attualmente in fase di revisione, mira a regolamentare il settore del trasporto pubblico non di linea, introducendo nuove restrizioni per taxi e Ncc (noleggio con conducente).
Una delle misure più contestate, secondo le anticipazioni de Il Messaggero riguarda il divieto di confrontare in anticipo i tempi di attesa e le tariffe tra i vari servizi, limitando così la libertà di scelta degli utenti. Il testo, inviato alla Commissione Europea per la verifica Tris, potrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, con una possibile applicazione prima di maggio.
Le novità principali
Tra le nuove disposizioni del decreto spicca il divieto per le piattaforme di comunicare in anticipo ai tassisti la destinazione della corsa, impedendo loro di selezionare solo le tratte più remunerative.
Il provvedimento prevede inoltre che:
- L’assegnazione delle corse ai tassisti avvenga in modo automatico, senza preferenze basate su servizi extra.
- Le richieste con orario predefinito siano assegnate solo nei turni stabiliti dalle autorità competenti.
- Il prezzo del servizio rispetti le tariffe pubbliche senza variazioni arbitrarie da parte delle piattaforme.
- La destinazione del passeggero venga comunicata al conducente solo al momento del prelievo.
- Il corrispettivo stimato possa essere fornito all’utente, ma soggetto a variazioni in base al traffico.
- Gli utenti possano sempre visualizzare la posizione del veicolo e il tempo stimato di arrivo.
Le reazioni di Uber e Freenow
Le aziende del settore hanno accolto il decreto con posizioni contrastanti.
Uber ha criticato duramente le nuove restrizioni, ritenendole un ostacolo alla mobilità urbana. Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, ha affermato che la misura penalizza gli utenti, riducendo la possibilità di trovare un’auto in tempi rapidi.
Al contrario, Freenow ha espresso apprezzamento per le norme che puntano a contrastare l’abusivismo nel settore. Paolo Ceccarelli, responsabile di Freenow Italia, ha sottolineato l’importanza di garantire una concorrenza equilibrata tra taxi e Ncc.
Il parere del Tar del Lazio
Il dibattito tra taxi e Ncc è già arrivato nei tribunali. A gennaio, il Tar del Lazio ha sospeso alcune disposizioni del precedente decreto, ritenendole eccessivamente restrittive per gli Ncc.
Tra le norme bloccate c’erano:
- L’obbligo di una pausa di 20 minuti tra una corsa e l’altra.
- La regola secondo cui gli Ncc potevano partire solo dal punto di arrivo della corsa precedente, già dichiarata incostituzionale.
Il Tar ha stabilito che queste misure limitavano eccessivamente l’attività degli Ncc, accogliendo in parte il ricorso delle associazioni di categoria.
La proposta di legge di iniziativa popolare
In risposta alle restrizioni del decreto, il 12 febbraio è stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare da parte dell’Associazione Articolo 16, che riunisce Radicali Italiani e MuoverSì.
L’obiettivo della proposta è modernizzare la normativa sui trasporti, introducendo il concetto di “trasporto al pubblico”, che comprende tutti i servizi disponibili su piattaforme digitali. Inoltre, prevede una semplificazione delle autorizzazioni per gli Ncc e una maggiore flessibilità nell’organizzazione del servizio.
Quali conseguenze per i consumatori?
L’approvazione del decreto potrebbe avere un impatto diretto sulla qualità del servizio e sulla disponibilità di taxi e Ncc nelle città italiane.
Se da un lato le nuove regole mirano a garantire trasparenza e uniformità, dall’altro limitano la libertà di scelta degli utenti, che non potranno più confrontare tempi e costi in anticipo per scegliere l’opzione più conveniente.
La decisione finale del governo e l’eventuale reazione delle piattaforme determineranno l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi.
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