Max Verstappen, ad inizio stagione un vero e proprio schiacciasassi in Formula 1, sta mostrando segni di nervosismo sempre più evidenti ora che le vittorie non arrivano più con la stessa facilità. Se mantiene comunque il primo posto in classifica 2024, gli ultimi risultati sembrano proprio aver scoperchiato un vaso di Pandora.
Già dopo il Gran Premio d’Ungheria, dove era arrivato al quinto posto, le sue reazioni radio e le dichiarazioni post-gara avevano messo in luce un atteggiamento critico nei confronti della Red Bull, e delle strategie adottate. Ormai noti a tutti gli scambi tesi con il suo ingegnere di gara, Gianpiero Lambiase. Le sue parole, come “voi mi date questa strategia di mer**” e “sto cercando di salvare quel che resta“, evidenziano un atteggiamento di sufficienza e una mancanza di rispetto nei confronti del team che lo ha supportato nel corso degli anni.
Dopo il GP d’Italia, Verstappen ha dichiarato in conferenza stampa che la Red Bull Racing deve “cambiare completamente la macchina” per migliorare le proprie prestazioni dopo una deludente gara. Partendo dalla settima posizione in griglia, Verstappen è riuscito a terminare solo sesto, a 37,9 secondi dal vincitore della gara.
Non solo, se Charles Leclerc ha eseguito una strategia di una sola sosta, la Red Bull ha optato per due soste, che non hanno portato a risultati migliori. Verstappen ha sottolineato come il passo della monoposto fosse insufficiente e ha descritto il problema al motore come “veramente grave“, impedendogli di utilizzare tutta la potenza durante la gara.
E’ andato oltre affermando:
se non cambiamo nulla sulla vettura, sarà tutto brutto da ora fino alla fine della stagione
La brutta prestazione di Monza ha permesso alla McLaren di ridurre il divario nella classifica dei costruttori, ora a soli otto punti dalla Red Bull, con otto gare rimanenti nella stagione. E proprio nel momento in cui la McLaren sta guadagnando terreno e minacciando la posizione di Red Bull, la reazione di Verstappen potrebbe rivelarsi controproducente.
Pare infatti più quella di un pilota frustrato piuttosto che quella di un campione che prende in mano la situazione per risolverla. Un atteggiamento che potrebbe non solo compromettere le proprie prestazioni, ma anche influenzare negativamente la coesione del team, in un momento critico di quella che doveva essere una stagione trionfale.
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