Le prove libere a Gedda si sono svolte in condizioni regolari, con solo una bandiera rossa nel finale della seconda sessione a interrompere un pomeriggio altrimenti lineare. Il quadro cromatico della giornata è stato dominato dal giallo e dal rosso delle mescole Medium e Soft, con pochissimi team a utilizzare le Hard.
Solo Haas e Williams hanno scelto di testare le mescole più dure con Ocon, Bearman, Sainz e Albon, lasciando la maggior parte dei team concentrati sulle soluzioni a maggiore aderenza.
Isola: “Pochi dati sui long run, ma degrado nella norma”
Al termine della giornata, il direttore Motorsport di Pirelli Mario Isola ha offerto un bilancio tecnico delle due sessioni:
“Una giornata abbastanza lineare, eccezion fatta per la bandiera rossa nel finale di FP2 che ha impedito a tutti di prolungare quei long run importanti per il prosieguo del fine settimana. Infatti, sia noi che le squadre ci troviamo ad avere una mole di dati in assoluto rilevante ma magari non tanto ampia per quanto concerne appunto il comportamento delle mescole sulla lunga distanza nelle stesse condizioni che si avranno poi in gara”.
Il degrado riscontrato nei long run effettuati è stato simile a quello del 2024, forse leggermente più elevato. Isola ha sottolineato che il fenomeno del graining è stato presente solo su alcune vetture e con caratteristiche stabili tra le due sessioni.
“Per quanto abbiamo potuto vedere fino ad ora, la scelta di portare uno step più morbido di mescole non ha cambiato in maniera rilevante il quadro della situazione. […] Il graining è rimasto sostanzialmente inalterato fra le due sessioni, il che può voler dire che sarà un fattore da tenere presente in termini di gestione del degrado nella gara”.
Strategia: una sosta resta l’opzione principale
Alla luce dei dati raccolti, la previsione di gara non cambia rispetto agli anni precedenti:
“In termini di tempo sul giro, il degrado è stato sostanzialmente simile – magari un filo più elevato – con quanto visto lo scorso anno. Ne consegue che è difficile ipotizzare uno stravolgimento in termini di strategie, con la sosta singola che rimane sulla carta la più veloce e con il doppio pit-stop un po’ più competitivo ma non in maniera sufficiente a farlo diventare un’opzione valida”.
Gedda conferma dunque le proprie caratteristiche: un tracciato cittadino veloce, impegnativo e soggetto a possibili interruzioni. L’elemento chiave sarà la gestione del degrado, più che la varietà strategica, in attesa che la pista evolva ulteriormente con il passare delle sessioni.