Dopo aver lasciato la Haas alla fine del 2022, Mick Schumacher non è più riuscito a ottenere un posto da titolare in Formula 1. Nel 2025, il pilota tedesco correrà nel Mondiale Endurance con Alpine, ma non ha smesso di credere in un ritorno nella massima categoria del motorsport.
Intervistato dalla Bild am Sonntag, Schumacher ha ribadito che il suo obiettivo resta la Formula 1:
La Formula 1 sarà sempre una parte della mia vita. A undici anni ho deciso che volevo correre lì. Questo rimane il mio obiettivo: questa categoria è sempre stata e continua a essere il sogno della mia vita. Ho ancora un conto in sospeso con la Formula 1 e voglio dimostrare di nuovo il mio valore.
«Non sono inferiore agli altri piloti»
Guardando alla griglia di partenza attuale, Schumacher è convinto di poter competere ai massimi livelli:
Se guardo alla griglia di partenza attuale, non ho dubbi sul fatto che potrei competere con loro. Non sono inferiore. Sarebbe bello avere un’altra occasione per dimostrarlo, perché credo che molti mi abbiano giudicato in modo errato.
Il pilota ritiene infatti che la sua immagine sia stata condizionata più dai commenti negativi che dalle sue reali capacità:
Il mio nome è stato definito più dai commenti negativi che dalle mie capacità. Ero considerato un pilota incline agli incidenti.
«La Haas era progettata per rompersi negli impatti»
Durante la sua esperienza in Formula 1, Schumacher ha vissuto diversi incidenti spettacolari, che hanno rafforzato l’idea di un pilota poco costante. Tuttavia, il tedesco ha voluto chiarire alcuni dettagli sulla progettazione della sua monoposto:
È vero, ma ciò che non si è considerato è che la nostra monoposta era progettata in quel modo. A causa della mancanza di punti di fissaggio, il design prevedeva che si dividesse in caso di impatto laterale. Altri team avrebbero avuto auto che resistevano in un pezzo unico. Non l’ho detto all’epoca per evitare ulteriori tensioni con la squadra.
Un’analisi che getta nuova luce su alcuni episodi della sua carriera in Haas, dove ha spesso faticato a emergere in un contesto tecnico difficile.
«Oggi mi difenderei di più»
Schumacher riconosce di essere cambiato e di aver imparato molto dall’esperienza in Formula 1. Se avesse un’altra occasione, oggi si comporterebbe in modo diverso:
Ero insicuro, non mi difendevo perché ero timido. Ma alla fine, per avere successo, servono fiducia in sé stessi e supporto. Oggi mi difenderei di più. Sono maturato e non direi più subito ‘Va tutto bene’, ma sosterrei la mia posizione in modo più deciso all’interno del team. Questo percorso di crescita era necessario per diventare la persona che sono oggi.
Un futuro ancora da scrivere
Nonostante il suo passaggio all’Endurance con Alpine, Schumacher non ha intenzione di arrendersi. La sua crescita personale e professionale potrebbe rivelarsi decisiva se si aprisse un’opportunità in Formula 1 nei prossimi anni. L’ambizione e la determinazione non gli mancano, ora resta da vedere se il destino gli concederà una seconda chance nel campionato che sogna fin da bambino.
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