La FIA starebbe per mettere la parola fine a qualsiasi attivismo politico indipendente all’interno della Formula 1, così come di qualsiasi altro sport motoristico che attualmente supervisiona.
Una buona notizia per qualcuno, soprattutto per chi ritiene di essere un po’ stanco di vedere ad esempio Hamilton che parla di questioni ambientali prima che la sua F1 venga caricata sul sesto aereo cargo della stagione. Oppure che le polemiche su sia giusto inginocchiarsi o meno i piloti prima del GP siano diventato grottesche. Il tutto mentre invece non si vedono più le ragazze che erano uno spettacolo nello spettacolo, ma questa è un’altra storia.
Ebbene, la FIA ha specificato che ciò che è inaccettabile sono le dichiarazioni “non neutrali di carattere politico, religioso o personale”, il che presumibilmente significa che qualsiasi discorso di suo gradimento sarà considerato invece neutrale e quindi accettabile.
Tutto questo mentre FIA è da sempre un’organizzazione altamente politica ed è direttamente affiliata all’Organizzazione Mondiale della Sanità, al Programma Ambientale delle Nazioni Unite e all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Tant’è che proprio in Formula 1 è stato lanciata l’iniziativa We Race As One, che prima si è interessata alla pandemia COVID-19 . Poi però ha deciso di virare per supportare stili di vita guidati da “Sostenibilità, Diversità e inclusione e Comunità”. L’iniziativa ha infine aggiornato il proprio logo per includere un arcobaleno che denotano il sostegno al transgenderismo. Tutto bene, ma se non è politica questa…
La nuova regola per tappare la bocca ai piloti è stata scoperta da Autosport che ha pubblicato l’articolo 12.2.1.n dove indica quando i piloti stanno violano le regole:
con la diffusione e l’esibizione di dichiarazioni o commenti politici, religiosi e personali, in particolare in violazione del principio generale di neutralità promosso dalla FIA nel quadro dei suoi statuti, a meno che non siano stati preventivamente approvati per iscritto dalla FIA per le gare internazionali, o dalla ASN competente per le gare nazionali nell’ambito della loro giurisdizione.
Non è chiaro cosa abbia spinto la FIA ad adottare questa strategia, ma sappiamo che ha dimostrato in passato di avere poca tolleranza per i tentativi di fare dichiarazioni politiche da parte dei piloti.
In pratica, i piloti devono essere “neutrali” o ne pagheranno le conseguenze, la FIA invece può decidere e fare ciò che vuole.
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