Volvo LifeGate Plasticless

Volvo LifeGate Plasticless per togliere la plastica dal mare

Dalle auto alla pulizia dei mari, con Volvo e Lifegate

Volvo LifeGate Plasticless: cos’è? In questo articolo parlerò di un argomento un po’ diverso dal solito, e che però è uno spunto interessante soprattutto per capire quanto effettivamente un’azienda automobilistica, in questo caso Volvo, abbia a cuore alcune tematiche come il rispetto dell’ambiente e il rispetto delle persone.

Il progetto che Volvo Italia segue dallo scorso anno fa parte di un’iniziativa ancora più grande, che coinvolge tutto il Pianeta. Di recente infatti, le Nazioni Unite hanno promosso la campagna #CleanSeas per la pulizia e la sensibilizzazione globale sullo stato di salute e di inquinamento dei mari di tutto il mondo. Con questa campagna, ONU vuole eliminare entro il 2022 tutte le principali fonti di inquinamento marino: quindi microplastiche di ambito cosmetico e plastiche usa e getta.

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Il mondo ha naturalmente reagito in maniera diversa, ma in Europa questa causa è stata appoggiata più o meno all’unanimità. Ricordo per esempio l’ultima normativa UE in ambito, che ha visto lo stop, a partire dal 2021, dell’uso e della vendita di plastiche monouso come piatte, bicchieri, posate, cannucce in favore degli stessi oggetti ma riutilizzabili oppure in carta o altri materiali biodegradabili.

E l’Italia non è da meno: circa un italiano su quattro ha già spontaneamente rinunciato alle plastiche monouso o all’utilizzo di bottigliette di plastica, sostituendole in questo caso con borracce, thermos e quant’altro. E numerose sono le iniziative per limitare la plastica nei nostri mari: per esempio dal primo luglio nelle spiagge di Rimini non si potranno usare plastiche monouso, così come sarà vietato fumare – e quindi lasciare mozziconi spenti sulla sabbia – lungo la battigia. E poi c’è, appunto, il progetto Plasticless.

Volvo LifeGate Plasticless: Seabin, i cestini del mare

Il progetto Volvo LifeGate Plasticless è partito già nel 2018, e oltre ad aver rafforzato i rapporti tra Volvo Italia e LifeGate, riferimento nel Bel Paese per lo sviluppo sostenibile, ha ulteriormente confermato l’impegno dell’azienda svedese nella ricerca di riduzione di impatto ambientale e di sostenibilità.

Lo scorso anno infatti Volvo e LifeGate hanno inaugurato i primi tre Seabin, installati nei porti di Marina di Cattolica, Marina di Varazze e Venezia Certosa Marina. Ad un anno di distanza, nel 2019, Volvo rivela che questo progetto è stato appoggiato unanimemente da tutti i concessionari Volvo presenti in Italia, da Nord a Sud, e che quindi questi cestini del mare sono e saranno presenti in tanti altri nuovi porti.

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Ma di cosa si tratta, esattamente? Volvo LifeGate Plasticless si pone due obiettivi: il primo si può definire “preventivo”, e vuole infatti la riduzione della plastica sia come produzione che come consumo. Il secondo, stavolta “riparativo”, è quello più complesso che prevede la rimozione della plastica già finita nei nostri mari.

Spesso infatti le foto che vediamo di spiagge e acque piene di plastiche e microplastiche ritraggono località esotiche, che ci fanno credere che questo sia un problema lontano da noi. In realtà, nemmeno il nostro Mar Mediterraneo è immune da questa emergenza, e lo dimostra l’Isola di Plastica che galleggia nelle nostre acque e che allo stato attuale si trova nel Mar Tirreno tra Corsica, Toscana e Sardegna. Un’isola che quindi va ad aggiungersi agli altri Continenti di plastica esistenti sul Pianeta, ovvero quelli dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Atlantico.

Ecco quindi che intervengono i cestini del mare, dispositivi altamente tecnologici che servono appunto a raccogliere e filtrare plastiche e microplastiche presenti nelle nostre acque. Un Seabin è formato da una parte esterna, che serve per tenerlo ancorato alla banchina, e da un interno contenente un filtro in grado di raccogliere fino a 25.000 litri d’acqua all’ora.

Il filtro è a sua volta composto da maglie estremamente sottili, che raccolgono microplastiche e microfibre dello spessore di 0,3 millimetri. Tutto questo si traduce in circa un chilo e mezzo di materiali plastici raccolti al giorno, per un totale di mezza tonnellata di plastica raccolta e filtrata all’anno.

Volvo dimostra come la sostenibilità sia un fattore prima di tutto comportamentale: gli stessi cestini del mare per non perdere di efficacia devono essere svuotati e reinseriti al loro posto ogni due giorni, e questo chiaramente dipende dalle amministrazioni locali che hanno appoggiato questa causa.

Credo che questo sia un lato molto interessante di un’azienda automobilistica, che in un certo senso parla ai suoi clienti, ai suoi dipendenti e alla società dimostrando che questo settore non è solo causa dell’inquinamento, ma che può essere anche utile alla riduzione dello stesso, nonché allo sviluppo di tecnologie eco-sostenibili, e alla sensibilizzazione verso comportamenti più appropriati.

Chissà se anche altri colossi dell’automobilismo dimostreranno a loro volta un impegno simile per questa causa.

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