Bartolomeo Costantini nacque a Vittorio Veneto il giorno di San Valentino del 1889. E proprio nel giorno dedicato agli innamorati è giusto ricordarlo. Sì perché tre grandi amori lo distinsero: per il proprio Paese, per gli aerei e per i motori.
Dotato di un’eleganza naturale, compassato ed aristocratico, diventerà una personalità di spicco del proprio periodo, lasciando una traccia indelebile fino ad oggi. Nei primi del 900, automobili e aeroplani rappresentano il progresso, facendo sognare i più giovani e Bartolomeo, “Meo” per gli amici, è curioso verso entrambi. Arruolatosi volontario nel 1909, frequentato il corso ufficiali, partecipa nel 1911 alla guerra di Libia e nel 1912 consegue il brevetto militare per gli aeroplani.
Nel tempo libero partecipa anche ad alcune gare automobilistiche. Vince una prima gara (la Parma – Poggio di Berceto) a bordo di una “Aquila Italiana”. Lo scoppio del primo conflitto mondiale lo costringe ad interrompere le competizioni automobilistiche, e il suo amor di Patria lo spinge attivissimo nei ranghi dei primi piloti italiani.
Bartolomeo Costantini: l’asso dell’aviazione
Dopo aver effettuato il “passaggio”, in pratica l’addestramento, per il pilotaggio del Neuport 11, Bartolomeo Costantini fu assegnato inizialmente alla 78 squadriglia. Ma fu solo quando venne integrato con la prestigiosa e neo formata 91 squadriglia, dell’asso Francesco Baracca, che le doti di Costantini cominciano a risplendere.
Partecipa a diverse azioni, ricevendo due Medaglie d’Argento ed una Croce di Guerra al Valor Militare. Viene indicato come “pilota arditissimo di grandissima perizia e mirabile coraggio”. Diventa asso, con cinque abbattimenti confermati al suo attivo il 12 Agosto 1918.
Il 22 Agosto 1918, nel mirino di Bartolomeo Costantini si trova un Albatros D.III. Il duello avviene nei pressi di Mareno di Piave. A nulla vale la tenacia del nemico: Meo lo abbatte, ma il finale a sorpresa è per certi versi a lieto fine. Il pilota precipita ma si salva, forse tra i primi nella storia, usando un paracadute. Finito il conflitto, Meo vanta 180 voli di guerra al proprio attivo, 6 vittorie confermate e tre onorificenze. Un vero eroe dell’aviazione italiana.
Bartolomeo Costantini: pilota e collaudatore Bugatti
Torna presto alle automobili, partecipando a diverse gare, mettendosi spesso in luce. Pilotò più volte una Bugatti T13. Nel 1923 conosce personalmente Ettore Bugatti, che gli offre di lavorare come collaudatore e direttore sportivo. Ancora gare e tanta passione profusa nel proprio lavoro.
Nel 1937 passa all’Alfa Romeo con l’incarico di ispettore tecnico commerciale e dopo il 1939 fu il responsabile del reparto corse. La sua vita dinamica e ricca di successi verrà prematuramente stroncata da una malattia, a soli 52 anni nel 1941.
L’azienda automobilistica Bugatti non ha dimenticato negli anni la figura di Costantini, tanto da dedicargli una stupenda vettura, la Bugatti Veyron Legende Meo Costantini presentata al Salone di Dubai nel 2013 . Un bellissimo tributo di cui Meo sarebbe fiero.
L’elegante pilota, termine più che mai completo se rivolto a Costantini, rappresenta davvero l’amore per i motori e la propria patria. E forse quella data di nascita, in certo qual modo singolare, altro non era che il presagio delle doti che avrebbe mostrato a tutti.
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