Una famiglia denuncia Volkswagen dopo il rifiuto dell’assistenza a verificare i dati GPS nella ricerca del figlio di due anni rapito.
Un recente episodio negli Stati Uniti ha trasformato un’esperienza traumatica di una famiglia con la loro Volkswagen Atlas in un importante caso legale. Al centro delle polemiche ci sono le implicazioni legislative riguardanti la sicurezza e la tecnologia.
Ma cos’è successo? Tutto nasce alcuni mesi fa, quando viene fa viene rubata una Volkswagen Atlas, con a bordo il bimbo di due anni della proprietaria. Il fulcro della controversia è il rifiuto di Car-Net, il servizio Volkswagen per la localizzazione dei veicoli, di aiutare le autorità a rintracciare il SUV sottratto. La proprietaria, che non aveva rinnovato il servizio di GPS tracking, si è trovata in una condizione drammatica, aggravata dalla mancanza di supporto immediato da parte di Car-Net. È stato solo dopo l’intervento di un detective, che ha pagato 150 dollari per riattivare il servizio, che Car-Net ha fornito assistenza. Il tutto 30 minuti dopo la prima richiesta di informazioni.
Fortunatamente, il piccolo Isaiah è stato ritrovato sano e salvo. Tuttavia, l’incidente ha scatenato dibattiti su questioni legali ed etiche. La famiglia vittima del furto e del rapimento ha denunciato sia Volkswagen sia Verizon, la società proprietaria di Car-Net negli USA, per negligenza e per aver causato sofferenze emotive. Hanno inoltre sostenuto che Volkswagen non li ha contattati direttamente dopo l’incidente, gettando un’ombra negativa sull’immagine aziendale.
Come riporta CarScoop, dal canto suo Volkswagen ha annunciato, tramite Rachael Zaluzec, Senior VP di Customer Experience e Brand Marketing, che estenderà il servizio gratuito Car-Net a cinque anni. Tuttavia, al momento non sono stati forniti dettagli sulla vicenda specifica ma soprattutto sulle misure prese affinchè la situazione non ricapiti.
Il caso sottolinea il conflitto tra i limiti dei servizi tecnologici e l’obbligo di proteggere la sicurezza dei clienti. Le presunte negligenze di Volkswagen e Car-Net sollevano questioni sulla responsabilità aziendale nei confronti dei consumatori, specialmente in circostanze di emergenza. Pone inoltre interrogativi sull’etica delle politiche di abbonamento e rinnovo in contesti critici. Possibile che di fronte ad una richiesta delle forze dell’ordine, un’azienda si trinceri dietro ad un mancato pagamento? Certo, potremmo dire che i genitori avrebbero potuto estendere l’abbonamento, ma allo stesso modo potremmo chiederci cosa sarebbe accaduto se in quei 30 minuti di ritardo, la situazione fosse precipitata. Volkswagen e Verizon avrebbero sulla coscienza un tragico epilogo per una questione di pochi dollari, cosa che è evidente una follia.
A questo punto non rimane che aspettare l’esito del processo. Una sentenza che potrebbe avere effetti significativi sulle pratiche aziendali future in termini di assistenza ai clienti e responsabilità in situazioni di emergenza nel settore tecnologico ed automobilistico.
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