Continuano per Volkswagen gli strascichi provocati dal dieselgate, in questo caso in Australia. Dopo che l’Alta Corte ha respinto l’ultimo appello, la casa automobilistica tedesca dovrà pagare 125 milioni di dollari australiani di sanzioni, pari a circa 76 milioni di euro, per aver violato le norme sulle emissioni.
VW si era appellata contro la decisione della Corte Federale del 2019 di aumentare del 50% la sanzione, che è di fatto la più alta mai comminata ad un’azienda in Australia per aver violato i diritti dei consumatori. In particolare, Volkswagen avrebbe dovuto fornire corrette informazioni circa le emissioni alle autorità per l’omologazione e la commercializzazione di circa 57 mila veicoli diesel tra il 2011 e il 2015. Se avesse dichiarato i dati reali, come sostenuto dalla commissione per la concorrenza, i veicoli non sarebbero stati autorizzati ad essere venduti in Australia.
Al momento Volkswagen non vede auto elettriche in Australia. Una decisione non così strana, dato che il Paese è stato tra i più contrari alle posizioni del COP26, non firmando l’impegno verso le “zero emissioni”. Il problema per gli australiani è la produzione del carbone, che non solo non terminerà, ma andrà avanti per i prossimi decenni.
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