Incentivi auto calo mercato marzo 2024

A Marzo vendite auto in calo per colpa degli incentivi che non arrivano mai

L’incertezza sugli incentivi non fa bene al mercato auto: a marzo le vendite hanno registrato un calo di quasi il 4% rispetto al 2023. Invocare il bonus come il “messia” significa solo assecondare i tempi lunghi della politica e, di […]

L’incertezza sugli incentivi non fa bene al mercato auto: a marzo le vendite hanno registrato un calo di quasi il 4% rispetto al 2023. Invocare il bonus come il “messia” significa solo assecondare i tempi lunghi della politica e, di fatto, rinunciare alla proposta di altre misure efficaci.

Incentivi sì, incentivi no, incentivi forse tra un po’. Il mercato dell’auto negli ultimi mesi si è arenato per sciogliere questo dilemma. E i risultati sono visibili: a marzo il calo delle vendite delle vetture nuove è stato del 3,7% rispetto a dodici mesi fa. I numeri parlano di 162.842 immatricolazioni, circa 6000 in meno in confronto al 2023.

Certo, in questo 2024 ci sono stati anche due giorni lavorativi in meno, ma senza dubbio il dato con il segno negativo deve essere un monito alla riflessione. Di incentivi e bonus si parla insistentemente dal mese di gennaio: sono entrati in vigore, si sono in gran parte esauriti e ora finalmente c’è un nuovo decreto governativo. Stavolta si fa sul serio: il bonus arriverà fino a 13.750 euro, con cifre ben più alte rispetto ai 5.000 euro massimi stanziati con la prima tornata. Fin qui tutto bene. Peccato che l’ecobonus per ora è solo sulla carta e l’iter per l’approvazione durerà almeno ancora un mese.

Incentivi auto: gli automobilisti aspettano ancora

Basta mettersi nei panni di un qualunque automobilista che ha in programma di cambiare auto per comprendere quello che sta accadendo. I titoli dei giornali e gli addetti ai lavori da tempo parlano dei bonus imminenti. Sì, arrivano e le cifre sono importanti. E, allora, chi me lo fa fare di spendere adesso quando tra un mese l’auto elettrica o ibrida potrebbe costarmi molto meno?

guidare auto: l'importanza della piattaforma
Image: Yayimages

Tolta l’eccezione di chi è rimasto improvvisamente senza vettura e, quindi, ha la stretta necessità di averne una, la scelta più saggia, in questo momento, è quella di aspettare. Anche se i tempi si stanno dilungando molto, visto che dei nuovi incentivi si è cominciato a parlare a gennaio. In conclusione, l’attesa non fa bene, né all’universo dell’auto, che sta rallentando la sua corsa dopo quasi due anni di ripresa, né agli automobilisti stessi, che hanno ragione di sentirsi delusi da questi proclami che faticano a trasformarsi in realtà. In più, se l’obiettivo di tutti è quello di svecchiare il parco auto circolante, gli incentivi che non arrivano mai hanno proprio l’effetto contrario, quello di creare un immobilismo dannoso.

Le elettriche pagano dazio

A pagare dazio sono soprattutto le auto elettriche che, non a caso, sono quelle più costose e, al tempo stesso, maggiormente interessate dagli incentivi. A marzo le vetture a zero emissioni hanno perso 1,5 punti in termini di quota di mercato rispetto a un anno fa e le ibride plug-in quasi un punto. Nel primo trimestre 2024, sottolineano i dati di Motus-E, sono state vendute poco più di 13.000 auto elettriche nuove, con un calo di quasi il 20% in confronto con il 2023.

incentivi auto elettriche
Image: Marek Studzinski @ Unsplash

In compenso, le vendite di auto a benzina e ibride di piccola taglia sono cresciute. Come dire, se devo acquistare l’auto nell’immediato, senza aspettare gli incentivi, punto su una vettura economica e tradizionale. La mobilità elettrica può aspettare. La testimonianza arriva dalle tre auto più vendute a marzo: Fiat Panda, Dacia Sandero e Lancia Ypsilon. Tre regine senza spina.

Quelle misure dimenticate

La verità è che la politica ha i suoi tempi e li ha sempre avuti. L’iter per la trasformazione di una bozza in un decreto e di un decreto in legge è per sua natura lungo diversi mesi. Ci sono sempre discussioni, confronti, cambiamenti. I nuovi incentivi, di sicuro, entreranno in vigore, ma bisognerà aspettare ancora un po’ e, sicuramente, anche il mese di aprile è destinato ad essere condizionato da questo fattore.

Traffico
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La domanda è: valeva davvero la pena intestardirsi per mesi su uno schema complicato di incentivi quando esistono altre soluzioni per spingere la transizione energetica e il rinnovo del parco circolante? Non scopriamo nulla di nuovo, in questi anni le misure sono state proposte, ma negli ultimi mesi sembrano essere state accantonate anche dalle associazioni automotive: dalle agevolazioni fiscali sulle auto elettriche, agli sconti sull’usato di nuova generazione, che sicuramente consentirebbero di ottenere prezzi molto accattivanti per gli automobilisti, per arrivare ai provvedimenti per facilitare la crescita dell’infrastruttura di ricarica pubblica e privata in Italia.

Perché proprio questo è il punto: se compro un’auto elettrica, devo poterla ricaricare agevolmente. Se ciò non accade, tutti gli altri aspetti passano inesorabilmente in secondo piano. Viceversa, se fossi in grado di ricaricarla a casa e fuori senza preoccupazioni, potrei magari anche pensare di spendere qualcosa più per averla in garage. Ragionamenti leciti, che fanno sorgere spontanea una considerazione: gli incentivi sono importanti, ma non possono e non devono essere l’unico motore del cambiamento.

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