Continua l’inesorabile declino delle berline, soprattutto le Sedan. Se già in Europa questa tendenza è abbastanza importante, negli Stati Uniti è ancora più accentuata. Gli USA possono considerarsi il Regno dei SUV: nel 2020, infatti, le berline Sedan hanno rappresentato appena il 7-9% delle vendite dei tre principali gruppi del Paese, ovvero General Motors, Ford e Stellantis (ex FCA).
Un dato del mercato auto che non ci dovrebbe sorprendere, visto che del resto agli Stati Uniti le auto grandi e rialzate sono sempre piaciute, e questo ben prima che agli Europei: modelli come Cadillac Escalade o Dodge Journey sono dei purosangue americani, dei veri e propri best-seller nella storia americana, in un periodo, quello tra gli anni Novanta e i Duemila, in cui in Europa la passione era per Station Wagon e monovolume.
Un mercato, quello europeo, dove anche in SUV si sono dovuti adattare: non gli “autocarri leggeri” statunitensi, troppo grandi per le viuzze del Vecchio Continente, ma crossover e SUV ultracompatti, oltre ai SUV Coupé, moda lanciata da BMW con la X6, ripresa da Mercedes, e in arrivo su un numero crescente di marchi, anche quelli più generalisti come Volkswagen. Segno che sì, anche agli europei sta scemando la passione per berline e coupé, ma anche se la guida alta alla fine ha preso il sopravvento, non vogliono rinunciare alle forme filanti tipiche delle berline. Il risultato, comunque, non sta a noi giudicarlo.
L’affermazione del regno dei SUV
Negli Stati Uniti i SUV stanno conoscendo tutto questo successo anche perché l’elettrificazione ha un peso meno maggiore sull’industria, rispetto all’Europa. Un recente articolo di Bloomberg, infatti, afferma che nonostante le dichiarazioni sia di Biden che delle stesse aziende, gli americani continuano a preferire motori termici potenti, e soprattutto auto grandi e rialzate.
Una tendenza in continuo aumento: nel 2017, i SUV erano il 69% delle vendite statunitensi e le berline il 31%. Un dato già abbastanza significativo, che però nel 2020 è diventato un 78,8% SUV mentre le berline il 21,2%, un calo del 10% in appena tre anni.
Fondamentalmente, questo 21% è rappresentato da marchi europei e asiatici: Honda, Toyota, Volkswagen e Hyundai, infatti, sono fondamentalmente gli unici ad avere più di una berlina in gamma, mentre i marchi nazionali hanno destinato questa tipologia di auto solo per l’estero. E, ormai, restano solamente pochi nomi sopravvissuti.
Le berline di General Motors
Ogni marchio di General Motors ha ormai una gamma quasi esclusivamente a guida alta. A partire da Chevrolet, che negli anni ha visto scomparire la Cobalt e, più di recente, la storica Impala, con solo la Malibu attualmente in produzione.
Resiste, invece, Cadillac, che nonostante la forte presenza di SUV, quali Escalade e XT4, XT5 e XT6, vede persistere anche due berline, CT4 e CT5. Un numero esiguo, considerando la forte tradizione di berline a cui siamo abituati dal marchio premium americano.
Di fatto, grazie a Cadillac e Chevrolet, che conta anche le coupé Camaro e Corvette, General Motors è il gruppo automobilistico americano con più berline in gamma. Anche se, comunque, è molto probabile che le riduca: nel 2020, infatti, i volumi delle berline sono pari ad appena l’8% delle vendite di GM.
Fusion: appena pensionata l’ultima berlina di Ford
Situazione ben diversa per Ford, che ora negli Stati Uniti non ha più berline in gamma. Infatti, l’ovale blu ha appena detto addio alla Fusion, nome statunitense della Mondo, e questo nonostante le 110.000 unità vendute nel 2020.
Un addio già iniziato nel 2019, quando Ford ha mandato in pensione un’altra berlina storica, la Taurus. E lo stesso vale per Lincoln, che si è vista privare della MKZ, berlina su base Fusion; e della Continental, una delle berline di rappresentanza più celebri della storia americana.
Fondamentalmente, nel Regno dei SUV l’unico veicolo Ford a non essere un SUV è la Mustang Coupé. Anche se presumibilmente farà la stessa fine, con l’arrivo della Mustang Mach-E.
La situazione di Stellantis
Piccola premessa: Stellantis negli Stati Uniti, almeno per ora, vuol dire Jeep, Dodge, RAM e Chrysler. Per quanto riguarda le berline, il numero si riduce, dal momento che Jeep è la casa produttrice di SUV per eccellenza, e RAM ha la stessa reputazione, ma per i pick-up. Dodge e Chrysler, invece, sono da sempre simbolo delle berline americane, più sportive in Dodge, più classiche in Chrysler. Ma la moda rialzata ha piegato anche questi due marchi, piegati alle richieste del Regno dei SUV.
Dopo il pensionamento della Dart e il mancato rinnovo della Viper, attualmente l’unica berlina di Dodge è la Charger, mentre il marchio si può dire rinato grazie al SUV Durango, purtroppo non venduto in Europa ma dal design molto piacevole e presente anche in una versione più piccante con badge SRT.
La situazione di Chrysler è diversa, in quanto è un marchio la cui salute è cagionevole e il destino incerto. Attualmente, dopo il pensionamento di Chrysler 200, l’unica berlina in gamma è la 300. Ma il resto della gamma non è costituito da SUV: il produttore americano è probabilmente l’unico ad avere delle monovolume in gamma, rappresentate dalla Pacifica (anche Hybrid) e dalla Voyager, che nonostante gli anni e il cambiamento delle mode, resiste imperterrita. Ma ci può essere poco spazio, nel Regno dei SUV, per un produttore americano che non produce veicoli rialzati.
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