La UE non ha fatto alcuna retromarcia sullo stop alle auto a benzina e diesel nel passaggio alle auto elettriche. Si, causa titoli fuorvianti, qualcuno vi ha fatto credere che qualcuno tra i vertici dell’Unione Europea fosse rinsavito, cambiando idea e facendo tornare in auge i motori endotermici. Probabilmente anche Ursula von der Leyen si è spaventata leggendoli, ma può sicuramente tirare un sospiro di sollievo, perchè non è vero.
La data per lo stop alla vendita delle auto benzina e diesel è e rimane il 2035, con buona pace di tutti noi. Allora perchè si sono tutti affrettati a sparare titoli che fanno credere il contrario?
Semplice, è stato preso un articolo odierno del Il Messaggero, nel quale si spiega come a causa della situazione internazionale, l’aumento sia dell’inflazione sia del prezzo dell’energia stia mettendo sotto pressione la filiera automotive. Questo genererebbe evidenti problemi di accessibilità alle auto per i consumatori.
Quindi, per dare una boccata d’ossigeno il prossimo 9 novembre la Commissione Europea presenterà una normativa Euro 7 più morbida sulle vetture immatricolate a partire dal 2026. In pratica, Ursula von der Leyen starebbe abbassando i requisiti Euro 7 per renderli più vicini a quelli Euro 6. Insomma niente a che vedere con le auto elettriche.
Ovviamente, qui a dire che saranno sicuramente approvati requisiti Euro 7 simili a quelli per l’Euro 6, ce ne passa. Comunque, se fosse così, per noi sarebbe un’ottima notizia. Ma, come possiamo osservare, basta un minimo soffio di vento che quelli che si professano come “ecologisti” alzano gli scudi: ecco l’immediata protesta di chi vuole far fuori fin da subito diesel e benzina, come quelli di Transport & Environment.
BREAKING: Leaked @EU_Commission #Euro7 proposals for cleaning up toxic air pollution would put 100m highly-polluting cars on Europe’s roads.@ThierryBreton & @vonderleyen, why are you giving us a Euro 6 standard in disguise? 🤡🤡🤡https://t.co/BZ7a37gWLH
— T&E (@transenv) October 21, 2022
Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria di Transport & Environment (T&E), ha dichiarato in modo del tutto arrogante ed arbitrario che “la lobby dell’industria automobilistica si è opposta strenuamente all’Euro 7, utilizzando una serie di sporchi trucchi per influenzare i decisori. Ora la Commissione ha ceduto alle loro richieste. I profitti delle case automobilistiche hanno la priorità sulla salute di milioni di europei“.
Sarà, ma la Krajinska fa finta di non vedere che anche il diritto alla mobilità di “milioni di europei” è altrettanto importante, ed impatta in maniera diretta sulla possibilità di lavorare e mantenere una famiglia. Perché, se ancora non lo si è capito, le auto elettriche non sono affatto accessibili ai “milioni di europei” che non hanno un reddito medio alto.
Sia altrettanto chiaro che personaggi come Anna Krajinska, che pontificano in modo snob su industria e salute dimenticando tutto il resto, mettendo in ginocchio un’intera economia ed il lavoro di “milioni di europei”, dimostrano di aver completamente perso di vista i problemi reali.
Piuttosto, e a pensar male ci si azzecca sempre, sarebbe interessante sapere quanto questi “utili idioti” siano ben visti dalle case automobilistiche cinesi che, proprio grazie a questa ossessione talebana per i veicoli elettrici, hanno trovato il grimaldello per far saltare le aziende europee. Un pensiero non troppo distante dal reale, come ci ha fatto sapere Carlos Tavares al Salone di Parigi.
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