La Turchia impone un dazio del 40% sulle importazioni di veicoli dalla Cina per sostenere i produttori automobilistici nazionali e ridurre il deficit delle partite correnti. La misura si aggiunge alle precedenti tariffe sui veicoli elettrici cinesi.
Il governo turco ha annunciato l’introduzione di un dazio supplementare del 40% sulle importazioni di veicoli dalla Cina, a partire dal 7 luglio. L’obiettivo è chiaro: evitare il potenziale peggioramento del saldo delle partite correnti e a proteggere i produttori automobilistici nazionali, come dichiarato dal ministero del commercio.
Secondo una decisione presidenziale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Paese, il dazio aggiuntivo sarà applicato a tutti i veicoli passeggeri convenzionali e ibridi provenienti dalla Cina. La tariffa minima sarà di circa 6.500 € per auto, indipendentemente dal prezzo calcolato dal 40% del valore dell’importazione.
Questa misura si aggiunge alla politica di dazi imposta nel 2023 sui veicoli elettrici cinesi e alle nuove regolamentazioni per la manutenzione e i servizi relativi ai veicoli elettrici. La decisione è parte di una strategia più ampia per stimolare la produzione interna e ridurre il deficit cronico delle partite correnti, che nel 2023 ha superato i 42 miliardi di euro.
Dal canto sua la Cina si trova ad affrontare crescenti pressioni commerciali a livello globale, a causa delle sue esportazioni in espansione di veicoli elettrici, accusate di essere pesantemente sovvenzionate da Pechino per sostenere la propria economia in difficoltà. La Commissione Europea annuncerà la prossima settimana se imporrà ulteriori dazi provvisori sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi.
Il ministero del commercio turco ha giustificato il nuovo dazio con l’obiettivo di proteggere e potenziare la quota della produzione domestica, in un contesto in cui il governo sta spingendo per maggiori investimenti interni e produzione per ridurre il disavanzo delle partite correnti.
Le auto prodotte in Turchia
E’ chiaro come la decisione tenda a favorire l’industria automobilistica locale, proteggendola dalla concorrenza estera considerata irregolare a causa delle sovvenzioni cinesi. Ma quali sono le auto prodotte in Turchia?
Ford Otosan, una joint venture tra Ford Motor Company e Koç Holding, opera stabilimenti a Kocaeli (Gölcük), Eskişehir e Yeniköy. Questi impianti producono modelli come il Transit, il Custom e il Courier. Toyota ha un’importante presenza a Sakarya, dove produce il C-HR e la Corolla, inclusa la versione ibrida. Renault, attraverso Oyak Renault, gestisce uno stabilimento a Bursa. Qui vengono assemblati modelli come il Clio e il Megane.
Anche Hyundai Assan, la joint venture tra Hyundai Motor Company e Kibar Holding, è presente in Turchia con uno stabilimento a İzmit. Questo impianto si occupa della produzione di modelli come la i10 e la i20. Fiat è un altro attore chiave nel mercato turco con il suo stabilimento a Bursa, gestito in collaborazione con Tofaş, una joint venture con Koç Holding. L’impianto produce vari modelli tra cui l’Egea, che in Italia conosciamo come Tipo, il Doblò ed il Fiorino.
Mercedes-Benz Türk produce veicoli commerciali e autobus a Istanbul e Aksaray.
Il caso TOGG
Da non sottovalutare TOGG (Türkiye’nin Otomobili Girişim Grubu) che rappresenta un consorzio di aziende turche dedicato alla produzione di auto elettriche. La società è stata fondata con l’obiettivo di creare il primo marchio di automobili elettriche “Made in Turkey”.
In particolare TOGG T10X è un SUV elettrico disegnato da Pininfarina e lanciato nel 2023 che avevamo visto dal vivo a Copenhagen. La versione Standard Range offre un’autonomia di circa 314 km con una singola carica mentre la versione Long Range estendela percorrenza fino a circa 523 km per carica.
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