Non aprite assolutamente messaggi con un buono ENI su Whatsapp. L’avevamo già vista in azione lo scorso Marzo, ma con i prezzi della benzina alle stelle torna in voga l’ennesima truffa che viaggia su Whatsapp, dopo quella delle assicurazioni false online.
Il trucco c’è e si vede, anche perchè non c’è nessun motivo per il quale ENI debba regalare fantomatici buoni benzina su un sistema di messaggistica come Whatsapp. L’allarme era già arrivato da Federconsumatori Palermo, che tramite Lillo Vizzini aveva denunciato la truffa, segnalata proprio a Marzo anche su Bufale.net.
Il testo del messaggio con il buono ENI su Whatsapp recita testualmente:
Da oggi tutte le stazioni regaleranno 10.000 buoni benzina da 100 € per protesta contro il governo e la guerra. Qui sotto è spiegato come ricevere il buono, prima che finiscono.
Ovviamente viene presentato un link truffaldino, che apre una scheda da compilare con informazioni personali. E’ probabile che siano richiesti anche dati sensibili come quelli della carta di credito.
Ma anche se non fosse chiesta una carta di credito, si tratta di informazioni che possono essere usate per creare identità false e compiere svariati reati a nome della persona che ha compilato la scheda. C’è da prestare la massima attenzione perchè si tratta di una truffa per la quale magari non si ha un immediato danno, ma che può portare al prosciugamento di conti correnti a distanza di tempo. Oppure ci si può trovare intestatari di veicoli o immobili, senza ovviamente esserne a conoscenza.
Come difendersi dalla truffa del buono ENI su Whatsapp?
Semplice, non cliccare sul link, altrimenti è la fine. È fondamentale sapere che richieste di dati personali e bancari non perverranno mai attraverso il telefono, la posta elettronica, sms o peggio ancora da messaggi whatsapp. Questo genere di email, sms e messaggi vanno cestinati, soprattutto in presenza di allegati che non devono essere mai aperti.
Lo stesso tipo di truffa è stato messo in atto con finti buoni Ikea, H&M, Coop, McDonald’s, Ita, Esselunga, Zara, aziende che ovviamente non hanno nulla a che fare con questi messaggi.
In caso di dubbi chiamare consultare una associazione di consumatori, come consigliato da Vizzini.