Togg T10X

Togg T10X: l’anteprima a Copenhagen dello “smart device” turco

La nostra anteprima del Togg T10X presentato a Copenhagen e previsto anche in Italia entro la fine del 2024 insieme al suo ecosistema

Avevamo già parlato del Togg T10X, primo modello dell’azienda turca che in patria ha già fatto parlare di sé perché letteralmente travolto dagli ordini. Ma anche perché disegnato da Pininfarina, e prodotto da Togg appunto, che si pone più come produttore di smart devices, come ama definire la T10X.

Già disponibile da marzo 2023 in Turchia, dove viene venduta a un prezzo di circa 47.000 €, entro la fine del 2024 Togg vuole approdare anche nei principali mercati europei, che il CEO M. Gürcan Karakaş definisce ormai maturi, e tra loro c’è anche l’Italia. Il SUV propone attualmente 218 CV e autonomia fino a 520 km con tempi di ricarica inferiori ai 30 minuti grazie alla potenza da 150 kW, ma è prevista anche una versione a doppio motore e trazione integrale in arrivo nel 2024.

Togg a Copenhagen per presentarsi all’Europa

La presenza alla fiera DTW-Ignite di Copenhagen è però già un primo sguardo di Togg sul continente. Fiera non casuale: il DTW è una fiera business dedicata all’innovazione digitale. Vi partecipano colossi come Tim, Microsoft, Google Cloud, sponsor di questa edizione, ma anche la rinnovata Nokia e Huawei, entrambe aziende che si sono spostate dal mercato consumer ad, appunto, quello B2B per fornire soluzioni e infrastrutture ad altre aziende.

Togg T10X

E poi, appunto, Togg, che vede i suoi prodotti come parte di un ecosistema più grande, sempre connessi con altri dispositivi altrettanto intelligenti, ed è al lavoro per lo sviluppo di una rete digitale e per fornire anche le sue soluzioni, oltre che per trovare nuovi partner in vista della sua espansione fuori dalla Turchia.

Togg T10X

Togg, infatti, ha abbandonato l’idea tradizionale di auto, vedendola come un dispositivo intelligente e connessa, da integrare con altri. Per questo, tutto l’ecosistema dell’azienda turca parte dall‘app TruMore, da cui è possibile scaricare app, servizi, o comprare la stessa auto. Oltre al fatto che si connette all’infrastruttura di ricarica prodotta da Togg stessa, in un mondo che include anche l’uso della tecnologia blockchain o che, ancora, guarda anche alla gamification, come successo in Turchia per l’assegnazione degli slot di preordine della vettura.

Si comincia dai principali mercati

Due anni fa stavamo pensando di entrare prima nei mercati scandinavi, imparare da loro e poi volgere verso mercati dell’Europa centrale, i mercati più grandi. Ma nel frattempo, poiché questo è un ambiente molto volatile e in rapida evoluzione, vediamo che i mercati più grandi, come Germania, Francia, Italia e Spagna, stanno anche evolvendo in modo positivo verso l’elettrificazione. Per questo, ancora non sappiamo come debutteremo nel Continente.” ha dichiarato M. Gürcan Karakaş a Quotidiano Motori.

Togg T10X

Un approccio quindi inverso alla concorrenza cinese, che invece tende a partire direttamente dai mercati nordici perché da sempre più propensi all’elettrico. Bast pensare a Zeekr, che ha iniziato in Svezia e Olanda, così come Polestar, nonché altri cinesi quali BYD, Nio, Hongqi, tutti già disponibili da diversi anni nei mercati scandinavi. Secondo Togg, invece, oggi l’Europa centro-meridionale è pronta all’elettrico, perché le infrastrutture sono cresciute così come la predisposizione delle persone al loro acquisto, come dimostrano anche i dati di mercato in crescita proprio per le elettriche.

E per quanto, secondo Karakaş, Togg non sia preoccupata dall’aggressiva concorrenza cinese, che definisce fondamentale perché “tiene svegli”, comunque partire in mercati dove le new entry sono ancora in numero più ridotto, e meno forti, non è una pessima strategia, anzi. Riguardo al modello di vendita, Togg non è voluta scendere nei dettagli: in Turchia ha un approccio diretto, ovvero si fa tutto tramite applicazione voluto per “semplificare la vita al cliente”. Non è chiaro se utilizzerà la stessa formula anche nei mercati europei, o se cambierà le modalità in base al Paese.

Un ecosistema completo

Nata nel 2018, Togg lavora con molte delle principali aziende sia turche che mondiali. Lo stesso SUV è frutto della penna di Pininfarina, e lo si nota dalle linee morbide, pulite e moderne, particolarmente riuscito al posteriore con i fari sottili e connessi al centro.

Di grande qualità l’interno, con materiali rifiniti e la Snapdragon Digital Cockpit a fare da protagonista, un pannello unico di diversi display per ciò che Togg definisce fondamentale per l’ecosistema, che comprende anche i servizi di ricarica e la produzione interna delle batterie. Un display che rende l’auto un’esperienza.

Togg Use-Case Mobility

Se sei sul lato passeggero, puoi accedere a una delle piattaforme di e-commerce, fare shopping, o se sei interessato all’arte, puoi guardare la tua collezione di opere d’arte o cambiarla. Puoi scegliere una delle opportunità che puoi trovare nel cosiddetto TruStore, il primo App store basato su Android che è stato progettato e sviluppato direttamente da un produttore di automobili. Inoltre, abbiamo una piattaforma di esperienze digitali, che deve, ovviamente, evolversi costantemente, il che significa un’assistenza omnicanale e un’identità omnicanale, in cui puoi portare le tue preferenze con te e utilizzare i servizi anche se non possiedi un T10X” continua il CEO.

Opere d’arte, che, tra l’altro, sono certificate NFT, e possono essere continuamente personalizzate nel tempo. Tutto appare moderno, fluido e al contempo semplice da utilizzare, come uno smartphone. E, come sembra, anche con forte attenzione alla decarbonizzazione: “La batteria del nostro dispositivo intelligente è prodotta tramite una joint venture al 50% con l’azienda Finances. E quando le batterie raggiungeranno la fine del loro ciclo di vita tra 8 o 9 anni, potremo utilizzarle facilmente come sistemi di stoccaggio dell’energia o per il riciclaggio” dichiara ancora Karakaş.

Togg T10X

Togg, infatti, cerca di accentrare tutto il più vicino possibile, sempre per un’ottica di sostenibilità, certo, ma per ridurre le dipendenze. Non oltre i 50 minuti di distanza, secondo l’azienda, scelta che arriva dopo un’analisi di 20 aziende volta a capire quali di loro hanno avuto successo e perché, e le cause invece che hanno causato il fallimento delle altre. Da ciò emerge la necessità di avere dei “campus”, come vengono definiti dal CEO: “Attualmente occupiamo un’area di 1,2 milioni di metri quadrati, con altri 10.000 metri quadrati adiacenti per i sistemi di gestione dell’energia delle batterie. Dovremo raddoppiare o addirittura ottenere ulteriori risorse per ampliare ulteriormente la zona”.

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