Tesla sta affrontando un nuovo caso di sabotaggio, dopo quello emerso nell’estate del 2018 quando fu proprio Elon Musk ad affermare che c’è un sabotatore in Tesla. In quell’occasione la mail che inviò ai dipendenti era chiarissima: “Sono rimasto sgomento nell’apprendere questo fine settimana di un dipendente Tesla che aveva condotto un sabotaggio piuttosto esteso e dannoso. Ciò includeva la modifica diretta del codice del Tesla Manufacturing Operating System con nomi utente falsi e l’esportazione di grandi quantità di dati Tesla altamente sensibili a terze parti sconosciute“.
Se la conseguente battaglia legale potrebbe essere finalmente terminata il mese scorso, la novità è che in Tesla questa settimana hanno scoperto un nuovo presunto sabotatore. I dettagli sono piuttosto scarsi ma quanto ha rivelato Bloomberg, venuta in possesso di un memo interno all’azienda, è preoccupante.
In sintesi, nel memo si dice che “Due settimane fa, i nostri team IT e InfoSec hanno stabilito che un dipendente disonesto aveva sabotato una parte della fabbrica“, la risposta rapida ha “prevenuto ulteriori danni e la produzione è tornata a funzionare senza problemi poche ore dopo.” Al momento non si sa se l’azione dell’azienda automobilistica di Elon Musk sia stata gestita completamente all’interno dell’azienda o se è stata portata avanti in collaborazione con le forze dell’ordine. Si sa invece che il presunto colpevole ha prima cercato di coprire le proprie tracce incolpando un collega e mettendo fuori uso un computer aziendale, salvo poi crollare e confessare dopo essere stato messo di fronte alle prove raccolte.
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