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Tesla non ne può più di Elon Musk

L'ultima inchiesta del Wall Street Journal ha messo il CDA di Tesla di fronte al dilemma di come agire nei confronti del proprio CEO.

L’ultima inchiesta del Wall Street Journal ha messo il CDA di Tesla di fronte al dilemma di come agire nei confronti del proprio CEO.

Nuovi grattacapi per Elon Musk. Dopo gli scioperi e le altre disavventure dell’imprenditore sudafricano, l’ultima inchiesta del Wall Street Journal che lo vede fare uso di droghe e un consumo continuo di ketamina potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.

Quale vaso? Quello del consiglio di amministrazione della sua creatura più celebre, Tesla, più volte messo alla prova di fronte ad azionisti sempre più impazienti e insoddisfatti. Tanto da aver posto i consiglieri al dilemma di cosa fare con il loro CEO.

Le azioni di Musk hanno penalizzato Tesla

Come detto, l’ultimo articolo del Wall Street Journal racconta una storia non felice per Musk, che sembrerebbe fare uso continuo di droghe pesanti, quali ketamina, LSD, cocaina, ecstasy, funghi e altre droghe, che minerebbero quindi la sua lucidità. Ciò spiegherebbe in effetti molti comportamenti assurdi dell’imprenditore, ma è ciò che spaventa di più il board di Tesla, forse la più penalizzata in termini di immagini e non solo di fronte alle scelte scellerate del suo leader.

Nel 2023, infatti, gli azionisti hanno espresso profonda delusione nei confronti del CDA, accusando Musk di essere distratto dai suoi numerosi impegni con le innumerevoli altre società di cui si è messo a capo. Per esempio, l’acquisizione di Twitter del 2022 (oggi X Corp.) fece perdere al marchio californiano 672 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Oggi, il comportamento capriccioso di Elon Musk in Scandinavia è un enorme danno, sia in termini di reputazione sia in termini economici, visto che i lavoratori di Svezia, Norvegia e Danimarca stanno boicottando tutta la filiera del marchio.

Tesla Logo
Image: PxHere

L’inchiesta del WSJ arriva dopo quella del New York Times, che ha riferito di uso di Zolpidem da parte di Musk già nel 2018, stesso anno in cui ha fumato marijuana durante il podcast del comico Joe Rogan. Ai tempi, il CSA sostituì Musk come presidente nominando due nuovi amministratori indipendenti come richiesto dalla risoluzione per le accuse di frode della Securities and Exchange Commission degli USA.

Questa volta, però, i provvedimenti potrebbero essere più seri: nel 2018 Musk aveva ancora una reputazione stabile, che nel corso degli anni è peggiorata sempre di più. Essere estromesso da Tesla, però, sarebbe per lui molto penalizzante, visto che mentre Twitter cola a picco proprio da quando c’è lui, è dall’azienda di auto elettriche, che ne vende sempre di più, che deriva la maggior parte della sua fortuna, circa il 44% del suo patrimonio netto di 219,4 miliardi di dollari, come riporta il Bloomberg Billionaires Index.

Come potrebbe cambiare Tesla

Elon Musk e il fratello Kimbal sono i direttori più longevi di Tesla, nel CDA da quando è stata fondata nel 2004. Tra l’altro, la rielezione del fratello era già stata respinta da un investitore, a causa della sua scarsa esperienza. Dopo di loro viene l’attuale Presidente Robyn Denholm, nel CDA dal 2014 e in quel ruolo dal 2018, da molti definita la vera guida di Tesla. Oggi non si sa quanto i due siano vicini, ma ancora nel 2019 Denholm era solita elogiare Musk per “l’uso saggio” di Twitter.

Più vicini a lui sono gli altri quattro dirigenti: James Murdoch, ex CEO di 21st Century Fox; Kathleen Wilson-Thompson, ex capo HR di Walgreens Boots Alliance; Joe Gebbia, co-fondatore di Airbnb Inc.; e infine JB Straubel, co-fondatore di Tesla stessa. Se però dovessero voltargli le spalle, per salvare la faccia e il posto, è probabile che sia Denholm a succedere a Musk. Ancora, però, nulla si sa: quel che è certo è che nell’ultimo anno tutto ciò che è merso ha messo Musk e i suoi marchi in posizioni non semplici.

Fonte: Wall Street Journal

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