L’uragano che in questi giorni sta devastando la Florida non risparmia nemmeno le auto, elettriche comprese.
E se già le auto a benzina si incendiano in abbondanza, perché il carburante, come dice il nome, è infiammabile; anche le auto elettriche, se sottoposte a eventi straordinari e tragici come questo, possono incendiarsi, come è successo ad alcune Tesla.
Come fa un uragano a incendiare un’auto elettrica?
Gli uragani tropicali, che ogni anno causano vittime e devastazione nei Caraibi e negli Stati Uniti meridionali, hanno origine dall’Oceano e per questo sono carichi di acqua salata che, penetrando nelle batterie dei veicoli elettrici, causano dei cortocircuiti e di conseguenza incendi. Alcuni di essi possono essere particolarmente violenti, perché i materiali che compongono la batteria hanno combustioni diverse rispetto alle auto a benzina tanto da richiedere nuovi metodi per spegnerli. Tanto che in alcune immagini pubblicate online, le auto sono state gettate in fossi pieni d’acqua.
Una batteria agli ioni di litio è densa di energia e quindi sensibile al “runaway termico“, quando l’accumulatore entra in uno stato incontrollabile e auto-riscaldante. Ciò richiede una quantità maggiore di litri d’acqua per spegnerli, in quanto le batterie possono ancora produrre calore internamente dopo che gli incendi sono stati spenti. È bene specificare, però, che questo non rende le elettriche più pericolose rispetto alle auto termiche, anche perché le probabilità che si incendino sono più basse rispetto a quelle termiche.
Va anche detto però che gli stessi produttori cercano altre soluzioni. Per esempio BYD, produttore cinese che proprio in questi giorni sta sbarcando definitivamente in Europa, usa delle batterie LFP (Litio-Ferro-Fosfato), che sono un po’ meno efficienti in termini di autonomia ma sono considerate più sicure. Ad ogni modo, tutto sta da quanto la batteria viene protetta: altri produttori, come Volvo e gli altri marchi europei del gruppo Geely, sigillano gli accumulatori in vere e proprie scatole di alluminio, che impediscono all’acqua di penetrare. Altri ancora hanno brevettato soluzioni in grado di mantenere basse le temperature.
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