A distanza di quasi tre anni dai due incidenti mortali per due conducenti Tesla schiantati contro dei camion a causa dell’Autopilot, Tesla non ha apportato alcuna modifica alla sua tecnologia di assistenza alla guida, secondo molti ingegneri.
L’Autopilot, a lungo sponsorizzato come evoluzione dell’auto e avanguardia della guida autonoma, è in realtà causa di molta pressione per l’azienda e per Elon Musk da parte di consumatori, regolatori e pubblici ministeri federali, oltre ad essere sotto diverse indagini della National Highway Safety Administration su eventuali difetti legati a questa tecnologia per almeno 17 morti da giugno 2021. Eppure, Musk afferma che le Tesla sono le auto più sicure sul mercato.
Elon Musk e Tesla contro tutti?
È fissato a ottobre il primo processo che accusa l’azienda della morte di un conducente a causa del malfunzionamento della sua tecnologia. Processo che metterà a confronto le affermazioni dell’imprenditore sudafricano, oggi proprietario anche di Twitter ora X, contro esperti di tecnologia che testimonieranno come il marketing dell’azienda abbia fatto credere ai clienti di avere un finto senso di sicurezza.
Tuttavia, Tesla sostiene di essere sempre stata trasparente sui limiti della sua tecnologia, compresi quelli relativi al rilevamento del traffico circostante le sue vetture. L’azienda, effettivamente, avverte sia nel manuale del proprietario sia sugli schermi delle sue vetture che tutti i conducenti devono rimanere vigili e prendere il controllo dell’auto in ogni momento.
Tesi che ha già scagionato l’azienda in passato. A inizio 2023 Tesla ha prevalso nel suo primo processo su un incidente non fatale portato avanti da una donna che affermava che la funzione Autopilot della sua Model S l’avesse fatta improvvisamente girare in mezzo a una strada in centro a Los Angeles.
Il nuovo processo
Il nuovo caso sarà presentato a una giuria della contea di Palm Beach, in Florida, dalla famiglia di Jeremy Banner, 50enne deceduto dopo che l’Autopilot della sua Model 3 lo ha fatto schiacciare sotto il rimorcbio di un camion nel 2019. Secondo la National Transportation Safety Board, Banner molto probabilmente non ha visto il camion, e nemmeno il software di Tesla.
Proprio la vedova del defunto ha di recente rivisto la sua denuncia, alzando il compenso per i danni. Questo perché secondo lei Tesla avrebbe dovuto riprogrammare l’Autopilot in modo che si spegnesse in circostante pericoloso, almeno dopo il primo incidente mortale, quello che fece schiantare Joshua Brown contro la fiancata di un camion nel 2016.
Trey Lytal, avvocato della famiglia, sostiene quindi che Tesla non abbia minimamente pensato a modificare l’Autopilot, sostenento che Tesla sapesse del difetto, e che seppur fosse stata anche avvertita dai regolatori del governo USA che il sistema non dovrebbe essere usato su strade con traffico trasversale a causa del rischio di morte, non ha dato ascolto all’avviso e lo ha lasciato in funzione, senza migliorie.
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