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Problemi per Tesla a New York: la politica vuole fermare le vendite dirette

Un disegno di legge minaccia le vendite dirette di Tesla a New York: il malcontento politico contro Elon Musk scuote il futuro dell'azienda nello stato.

Nello stato di New York, da anni considerato una roccaforte per l’adozione delle auto elettriche, Tesla rischia ora di subire una battuta d’arresto clamorosa. Un nuovo disegno di legge, presentato dalla senatrice democratica Patricia Fahy, mira infatti a revocare il permesso concesso all’azienda di Elon Musk di vendere direttamente ai consumatori, imponendo il passaggio obbligato attraverso concessionari indipendenti.

Una mossa che rischia di stravolgere il mercato locale: Tesla, che godeva di un’esenzione speciale dal 2014, ha potuto operare cinque showroom nello stato nonostante il divieto generale di vendita diretta. Ora, quegli stessi spazi potrebbero presto essere offerti a marchi concorrenti come Lucid, Rivian e Scout.

Musk nel mirino, Tesla paga il prezzo

La crociata politica non nasce da problemi tecnici o commerciali, ma da una crescente insofferenza verso le prese di posizione pubbliche di Elon Musk. Fahy ha accusato il CEO di Tesla di aver contribuito a politiche che rallentano la lotta al cambiamento climatico: “Fa parte di un’amministrazione che sta eliminando i fondi per l’infrastruttura dei veicoli elettrici e per l’energia eolica“, ha dichiarato la senatrice al New York Times.

Oltre alla revoca delle licenze, la proposta di legge include anche una revisione completa degli accordi che avevano permesso a Tesla di ottenere sussidi milionari e un affitto simbolico di un dollaro per lo stabilimento di Buffalo. I legislatori vogliono non solo il recupero dei benefici concessi, ma anche la dismissione delle quote Tesla detenute dai fondi pensione pubblici.

Se la legge passerà, per i clienti Tesla di New York l’acquisto di un’auto diventerà più complicato: dovranno recarsi in altri stati per finalizzare l’acquisto. Tesla potrebbe mantenere showroom a scopo espositivo, ma senza possibilità di vendere direttamente. Non si tratta ovviamente solo di un conflitto commerciale, ma di una battaglia ideologica che rischia di ridefinire l’intero mercato delle auto elettriche nella regione.