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Il Tesla Full Self-Driving investe i bambini durante i test

Nei test effettuati da un gruppo indipendente una Tesla Model 3 ha sempre investito i manichini con le dimensioni di un bimbo.

L’ultima versione beta del sistema Full Self-Driving (FSD) di Tesla ha un piccolo inconveniente: secondo un gruppo di attivisti, non sembra accorgersi degli oggetti che simulano le misure di un bambino che si trovano sul suo percorso.

Nei test eseguiti da The Dawn Project con una Tesla Model 3 equipaggiata con la versione 10.12.2 dell’FSD (l’ultima, rilasciata il 1° giugno), al veicolo sono stati fatti percorrere 110 metri in rettilineo tra due file di coni, con un manichino a grandezza di bambino alla fine. Il gruppo afferma che “le mani del collaudatore non sono mai state sul volante”.

“I risultati profondamente inquietanti dei nostri test di sicurezza sulla guida autonoma di Tesla dovrebbero essere un grido d’allarme per l’azione”, ha dichiarato Dan O’Dowd, fondatore di The Dawn Project. “Elon Musk dice che il software di guida autonoma di Tesla è incredibile. Non lo è. È una minaccia letale per tutti gli americani”.

C’è da dire che nonostante il nome, Tesla afferma che l’FSD non è un sistema completamente autonomo. Si tratta invece di un programma di super-cruise-control con varie funzioni, come il cambio di corsia automatico e lo sterzo automatizzato. Si suppone che si debbano tenere le mani sul volante e che si possa prendere il controllo in qualsiasi momento.

In ogni caso, ecco il risultato: viaggiando a circa 40 km/h, la Tesla ha colpito ogni volta il manichino.

In merito ai risultati, che sono stati raccolti in questa pagina, il Progetto Dawn ha dichiarato che 100 metri di distanza sono più che sufficienti per un autistra umano per notare un bambino, affermando che: “Il software di guida autonoma di Tesla fallisce ripetutamente questo semplice e fondamentale test di sicurezza, con risultati potenzialmente mortali”.

C’è da dire però che  sono stati solo tre i test del Dawn Project su FSD 10.12.2, che si sono svolti il 21 giugno a Rosamond, in California. Si tratta quindi chiaramente di un campione ridotto.

Resta da chiedersi se gli attacchi di O’Dowd nascandono qualcosa. Da una parte c’è il fatto che la sua azienda si presenti come esperta nella produzione di particolari software utilizzati nei sistemi di guida automatizzata.Dall’altra O’Dowd ribadisce che il suo software Green Hills non è in concorrenza con Tesla, in quanto non legato direttamente auto a guida autonoma. Allo stesso tempo ha riconosciuto che alcune aziende automobilistiche utilizzano il software della sua società per alcuni componenti.


Comunque si chiuda questa vicenda, è chiaro che le autorità di qualsiasi Paese debbano testate in maniera approfondita qualsiasi sistema di guida autonoma prima di lasciarlo libero di circolare sulle strade pubbliche. Qualsiasi tipo di danno, fisico o materiale, causato da un errore del software è completamente inaccettabile.

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