Tesla sbarca in Arabia Saudita, ma la strada per Elon Musk è tutt’altro che agevole. Il debutto ufficiale nel Regno avviene in un contesto in cui le auto elettriche sono ancora una rarità — appena 2.000 quelle vendute in tutto il Paese nel 2024 — e dove sui 900 km dell’autostrada tra Riyadh e La Mecca non c’è nemmeno una colonnina di ricarica.
Un mercato giovane ma ambizioso

Nonostante le difficoltà logistiche e infrastrutturali, come racconta Reuters l’Arabia Saudita ha obiettivi ambiziosi: vuole raggiungere il 30% di veicoli elettrici entro il 2030 e ha lanciato un programma da 39 miliardi di dollari per sviluppare l’intero settore EV.
Il governo ha creato la Electric Vehicle Infrastructure Company, con l’obiettivo di installare 5.000 colonnine nei prossimi cinque anni. Attualmente ce ne sono appena 101, tutte concentrate nei grandi centri urbani, contro le 261 degli Emirati Arabi Uniti, che hanno un terzo della popolazione.
Musk e Riad: gelo finito?
L’arrivo di Tesla significa anche un possibile riallineamento politico. Dopo anni di gelo, innescati dallo scontro del 2018 tra Musk e il potente fondo sovrano saudita PIF, i rapporti sembrano essersi ammorbiditi.
L’avvicinamento tra Musk e Donald Trump, oggi protagonista sulla scena internazionale e atteso in Arabia Saudita per una visita ufficiale, potrebbe aver facilitato il riavvicinamento. Non a caso, Tesla sembra intenzionata a consolidare la proria presenza nel Regno proprio in vista di questo evento diplomatico.
Deserto e autonomia: le vere sfide
A complicare l’entrata di Tesla non c’è solo la politica. Il clima estremo e le lunghe distanze rappresentano una sfida tecnica per i veicoli elettrici.
Le temperature oltre i 50°C mettono sotto stress le batterie, riducendo l’autonomia e rallentando le ricariche. Non a caso, il 70% delle auto BYD vendute nel Regno sono ibride, preferite per la maggiore autonomia.
L’ingresso in Arabia Saudita arriva in un momento delicato per Tesla. Le vendite globali sono scese del 13% nel primo trimestre del 2025, e la concorrenza asiatica è sempre più agguerrita. BYD, colosso cinese del settore, ha già aperto il suo showroom a Riyadh nel maggio 2024.
Tesla deve ora colmare il ritardo, guadagnare fiducia e affrontare un mercato giovane, diffidente ma affamato di modernità. La partita si gioca su più fronti: tecnologia, infrastrutture, clima e geopolitica.
In mezzo al deserto saudita, l’elettrico vuole mettere radici. Resta da vedere se Tesla saprà resistere al caldo.