Carlos Tavares PSA FCA

Tavares si lamenta dell’arrivo dei cinesi quando ormai è troppo tardi

Il CEO di Stellantis Carlos Tavares ha rilasciato altre dichiarazioni contro l'UE e i produttori cinesi quando ormai è troppo tardi.

Le dichiarazioni recenti di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, al Salone di Parigi nei confronti dei produttori cinesi sono state riprese in tutto il mondo, ma oggi sembra troppo facile prendersela con i competitor d’Oriente.

Al pari di chi protesta in ritardo per le limitazioni dell’Area B a Milano, sono decisioni che non sono arrivate di punto in bianco, ma frutto di una direzione ormai intrapresa da tempo, che ha accelerato bruscamente in seguito al Dieselgate del 2015, ma quasi nessun produttore si è mai opposto se non dopo la nascita del Fit for 55.

Le dichiarazioni di Tavares

La libertà di movimento sta facendo passi indietro, perché le persone non possono permettersi i veicoli elettrici. C’è il potenziale per dei disordini sociali” ha dichiarato Tavares al Salone di Parigi.

Da qui nasce il suo timore nei confronti dei produttori cinesi: stando a quanto dichiarato a Top Gear, il CEO di Stellantis crede che i cinesi arrivino vendendo le loro auto elettriche a prezzi bassi rispetto alle concorrenti europee, per cui quando si potranno vendere solo le elettriche, queste mosse potrebbero mandare in bancarotta i produttori occidentali non più in grado di competere.

Non sono timori infondati, perché le aziende cinesi operano così in più campi: pensiamo a quello degli smartphone, oggi quasi interamente composto da produttori cinesi, ad eccezione di Samsung e Apple, tutti arrivati in Italia inizialmente con smartphone potenti a prezzi molto inferiori agli altri.

La sua soluzione sarebbe quella di imporre delle tariffe doganali, come la stessa Cina fa per le auto d’importazione, e come hanno intenzione di fare anche gli Stati Uniti. In realtà, una proposta simile a Bruxelles c’è già stata: Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, ha proposto di dare dei contributi solo alle auto elettriche, e solo a quelle prodotte in Europa.

Al momento, l’UE non sembra averlo ascoltato, ma Macron in Francia potrebbe seguirlo: peccato che potrebbe essere una soluzione inefficace, che spinga “semplicemente” i cinesi a usare le fabbriche europee di cui già dispongono.

Si lamentano ora, ma ai tempi criticavano Marchionne

Tavares non è il solo a pensarla così. Anche Laurens van den Acker, capo del design di Renault, ha recentemente definito “Inquietante” l’invasione del mercato automobilistico da parte dei produttori cinesi, dichiarando di fare il “tifo per l’Europa“.

Ola Kallenius, CEO di Mercedes, sembra invece più ottimista, definendo questo periodo come “il più divertente per lavorare nel settore automobilistico dal 1886. Ma anche quello più incerto“. In questo caso, però, va detto che il gruppo Daimler AG, di cui appunto Mercedes è parte, vede come azionista di maggioranza con il 10% delle quote Geely, il colosso cinese già proprietario di Volvo, Polestar e Lotus.

Questi discorsi sono semplicistici. Sembra troppo facile prendersela adesso con le istituzioni europee, che spingono per questa direzione da anni, senza però essersi mai opposti prima. A ricordo di chi scrive, e potrebbe benissimo sbagliare, solo Sergio Marchionne era apertamente scettico nei confronti dell’auto elettrica, che definì “un’arma a doppio taglio“. E questo, pur avendo realizzato la prima versione della Fiat 500 elettrica, solo per gli USA nel 2010.

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Ma sembra anche troppo facile lamentarsi quando poco si fa per mantenere i prezzi bassi. I produttori europei in generale oggi pagano le scelte sbagliate del passato, che li hanno visti spostare con una facilità impressionante la produzione dall’Europa all’Oriente, e in particolar modo la Cina, contribuendo così alla sua ascesa.

Per sopravvivere bisogna adattarsi ai tempi, e se c’è chi parte avvantaggiato perché produce elettrico da anni, come Tesla o la stessa Renault, c’è anche chi ha capito sul tipo di auto elettrica a cui deve puntare, come sembra aver fatto Fiat. E poi, c’è un interessante mercato dell’usato a prezzi inferiori ai 10.000 € che va tenuto d’occhio.

Agli altri, non resta che seguire la visione di Kallenius: accettare di buon grado questa decisione, adattarsi e divertirsi cercando di proporre delle auto elettriche interessanti, e non solo “perché devono”.

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