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La Svizzera chiede di non usare le auto elettriche dopo averle incentivate

Dopo averle incentivate, ora la Svizzera chiede di non usare le auto elettriche per risparmiare energia favorendo i mezzi pubblici

La Svizzera è in questi giorni divisa in due. I Verdi, partito storicamente ambientalista che fino a poche settimane fa incentivava l’acquisto e l’uso delle auto elettriche, ora le valuta negativamente a causa della crisi energetica e dell’alto consumo di elettricità e anzi, invita i suoi proprietari a lasciarle in garage favorendo i mezzi pubblici.

Curioso, per una nazione che comunque dispone di nucleare e di numerose fonti alternative per l’elettricità.

Il dibattito interno in Svizzera

I Verdi elvetici, insomma, vogliono allinearsi alle dichiarazioni californiane: l’amministrazione della rete elettrica più grande della California, in seguito al timore di interruzioni di corrente tra le 16.00 e le 21.00 (il picco), ha invitato i proprietari di auto elettriche a non caricarle in questa fascia oraria.

Una richiesta comunque diversa da quella della Confederazione elvetica, molto più restrittiva. Kurt Egger, consigliere nazionale dei Verdi, ha infatti dichiarato: “Se in futuro in Svizzera ci sarà ancora più bisogno di elettricità, ai proprietari di auto elettriche non dovrebbe essere permesso ricaricare le loro auto“. Cita poi il consumo di elettricità, che secondo Egger corrisponde a un terzo o metà del consumo annuale di una famiglia. Obiezioni condivisibili, ma Egger non si era accorto di questi dati quando insieme ai Verdi ne incentivava l’acquisto?

Auto elettriche più veloci

La cosa ancora più strana di questa faccenda è che, diversamente dall’Italia e dalla Germania, la Svizzera non dipende da altri per l’elettricità. Da una parte c’è il nucleare, in calo in quanto la Confederazione prevede di non utilizzarlo più al termine del ciclo di vita delle centrali, come la Germania, ma che nel 2021 era responsabile del 18,5% della produzione di elettricità nel Paese. Dall’altra, le fonti rinnovabili: prima di tutto l’idroelettrico, che genera il 68% dell’energia elettrica nel Paese; e poi il mix eolico, fotovoltaico, biomassa e idroelettrico su piccola scala, che genera l’11,5% dell’elettricità. Solo il rimanente 2 % è dato da elettricità di origine fossile (dati RSI).

Non si spiega, quindi, la preoccupazione del partito e la presa di mira delle auto se non una non troppo celata voglia di ridurne l’uso a prescindere. E, infatti, alla fine arriva la dichiarazione più sincera: “Indipendentemente dal fatto che si tratti del dannoso motore a combustione interna o della più ecologica auto elettrica – la popolazione deve passare al trasporto pubblico, alla bicicletta o al ‘camminare’, quando possibile

Ricorda un po’ il Crit’Air francese, bollino che tutti gli automobilisti devono richiedere, e pagare, per entrare nelle maggiori città della Francia: sulla carta riguarda la qualità dell’aria, in realtà anche le auto elettriche devono richiederlo e rischiano la multa se non ce l’hanno.

L’opposizione

Alle dichiarazioni dei Verdi si oppone l’UDC (Unione Democratica Di Centro), per il quale è impensabile l’approccio californiano in terra elvetica. Secondo Walter Wobmann, consigliere nazionale dei democentristi, è importante non affidarsi esclusivamente all’auto elettrica in futuro, ma è sbagliato chiedere ai proprietari di BEV di non usarle, viste anche le intenzioni europee.

Volkswagen ID.4 Pro 4MOTION

Dice, infatti: “L’acquisto di un’auto elettrica non è del tutto volontario. Con la decisione della Commissione Europea di non produrre più motori a combustione a partire dal 2035, è praticamente qualcosa che diventa obbligatorio“. Il collega Christian Imark dice anche di più, sottolineando come le eventuali restrizioni alla fornitura di elettricità avrebbero effetti peggiori delle misure anti-covid. Quindi, ben venga l’appello al risparmio ma con un senso: è la Svizzera che deve agire di più sulla produzione di energetica, senza “definire chi può e chi non può usare l’elettricità“, conclude Imark.

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