Una giovane donna di 24 anni, ha perso la vita lo scorso 28 maggio a Catanzaro in seguito ad un incidente stradale. La tragedia, tuttavia, non è stata causata direttamente dallo scontro, ma dal malfunzionamento dell’airbag del veicolo su cui viaggiava, una Citroën C3 guidata dal fidanzato. Le indagini della procura di Catanzaro, guidate dal sostituto procuratore Saverio Sapia, hanno confermato che l’airbag difettoso è stato la causa della morte di Martina.
La dottoressa Isabella Aquila, direttrice della Scuola di specializzazione di Medicina Legale, e l’ingegner Roberto Arcadia della Motorizzazione Civile hanno chiarito che l’incidente di per sé non avrebbe dovuto causare conseguenze tanto gravi.
“Dal punto di vista medico legale si può concludere che la sua morte sia in nesso di causalità diretta con un malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag,” hanno dichiarato i periti. Il dispositivo ha proiettato un corpo metallico ad alta energia cinetica, causando lesioni assimilabili a una ferita d’arma da fuoco.
La Citroën, come altre case automobilistiche, aveva inviato un richiamo per oltre 600.000 esemplare equipaggiati con airbag Takata, noti per essere difettosi. Solo quattro giorni prima dell’incidente di Martina, la casa francese aveva avvertito i proprietari di sospendere immediatamente la guida delle auto interessate, poiché l’airbag poteva gonfiarsi con forza eccessiva, provocando lesioni gravi o la morte.
Nonostante il fidanzato di Martina avesse ricevuto il richiamo e avesse contattato Citroën per risolvere il problema, pare non abbia mai ricevuto risposta secondo il legale Andrea Rubini. Citroën aveva promesso auto sostitutive gratuite, ma con tempi di attesa lunghi, una situazione che purtroppo ha contribuito alla tragedia.
Una strage vera e propria, causata dall’azienda giapponese Takata fallita nel 2015 proprio per lo scandalo degli airbag difettosi. I numeri dei decessi accertati sono in crescita in tutto il mondo, solo negli Stati Uniti se ne contano più di 30.
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