Stellantis: trasferta all’estero o cassa integrazione a Cassino

Carlos Tavares Stellantis Carlos Tavares Stellantis
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Stellantis prova a spostare i lavoratori all’estero: l’offerta ai dipendenti dello stabilimento di Cassino.

Stellantis, dopo aver spostato la produzione di alcuni modelli all’estero, il gruppo sta ora offrendo ai lavoratori dello stabilimento di Cassino due alternative: accettare la cassa integrazione oppure trasferirsi in Francia con stipendio pieno e un indennizzo giornaliero.

A Cassino, dove si producono i modelli premium di Alfa Romeo e Maserati, si sta vivendo un periodo di incertezza. Lo stabilimento si fermerà nuovamente lunedì prossimo, con i dipendenti del reparto Montaggio e Carrozzerie che hanno ricevuto l’offerta di lavorare a Sochaux, lo storico impianto Peugeot in Francia. La proposta prevede un salario pieno e un’indennità giornaliera di 130 euro per coprire vitto e alloggio.

Stabilimento Stellantis Cassino
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Per gli addetti del reparto Presse e Plastica, invece, sono state offerte trasferte presso gli stabilimenti di Mirafiori a Torino o alla Sevel in Val Di Sangro, specializzati nella produzione di furgoni. Una situazione completamente ribaltata quando rispetto a quando tecnici e i motoristi Fiat venivano inviati all’estero, in Russia, Polonia o Brasile, per supportare la produzione internazionale.

La strategia del CEO Carlos Tavares è chiara: migliorare l’efficienza produttiva e ridurre i costi operativi di 500 milioni di euro entro il prossimo semestre. Questo obiettivo è stato annunciato durante l’Investor Day del gruppo, evidenziando la necessità di ridare fiato al capitale e aumentare i ricavi per gli azionisti.

Un fenomeno che vede la globalizzazione riguardare non solo i prodotti, ma anche le persone. La nuova Fiat Panda  progettata a Torino viene in Serbia, il nuovo Doblò in Algeria e la 600 in Polonia. La decisione di spostare anche i lavoratori mostra come le risorse umane e produttive siano considerate come pedine su una scacchiera internazionale, mosse per ottimizzare costi e aumentare la competitività.

Melfi Academy
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Le risposte dei lavoratori a queste proposte sono ancora in evoluzione. Alcuni vedono l’opportunità di trasferirsi all’estero come un modo per preservare il proprio lavoro e forse portare a casa qualcosa in più, mentre altri esprimono preoccupazione per l’incertezza e i cambiamenti nella loro vita personale. Le discussioni con i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori continuano, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le esigenze aziendali e i diritti dei dipendenti.

Se da un lato la proposta di trasferimento permette ai lavoratori di evitare la cassa integrazione, riducendo il costo per lo Stato, dall’altro solleva preoccupazioni per il futuro della produzione italiana. La continua esternalizzazione delle attività produttive potrebbe indebolire ulteriormente il settore manifatturiero nazionale, causando una perdita di competenze e opportunità per il Paese. Le prossime settimane saranno cruciali per capire come verranno gestiti questi trasferimenti e quali saranno le reazioni dei lavoratori a queste nuove condizioni di lavoro.

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