Fisker Ocean Silver in Rabbit Lake; Looking up the sky

Quante start up di auto elettriche sono già fallite?

Nonostante il settore delle auto elettriche sia visto come il futuro dell'automobilismo, avviare una casa automobilistica in questo ambito rimane un'impresa tutt'altro che semplice

Se Tesla la fa da padrone nel settore delle auto elettriche, e non si è mai visto una casa automobilista “nuova” scalare così rapidamente le classifiche di vendita, è anche vero che la vita per tante altre “start up” è stata parecchio difficile.

Partiamo dal recente fallimento di Fisker, con la capitalizzazione crollata da quasi 14 miliardi di dollari nel 2021 a poco più di 8 milioni nei giorni scorsi. In pratica il valore per azione è passato da circa 28 dollari ed un centesimo. Fondata nel 2016 da Henrik Fisker e dalla moglie Geeta Gupta-Fisker dalle ceneri dell’azienda che produceva la Fisker Karma, la casa di auto elettriche Fisker Inc. ha ufficialmente dichiarato fallimento in Delaware sotto il Chapter 11, la normativa fallimentare degli Stati Uniti.

SUV elettrico Fisker
Image: Fisker

Ma ce ne sono altre ad aver incontrato gravi difficoltà finanziarie, che spesso le hanno portate al fallimento. Lordstown Motors, nata con l’ambizioso progetto di produrre il pick-up elettrico Endurance. Nonostante l’interesse iniziale e un forte supporto mediatico, l’azienda ha dichiarato bancarotta nel giugno 2023, citando difficoltà nel garantire finanziamenti adeguati e problemi con i fornitori.

fadaray future ff 91
Image: Faraday Future

Un’altra startup che ha vissuto un percorso accidentato è Faraday Future. Fondata nel 2014, prometteva di rivoluzionare il mercato con il modello FF91, un’auto elettrica di lusso da “soli” 280.000 euro. Come c’era da aspettarsi, visto il prezzo della sua unica vettura, la società ha dovuto affrontare una serie di problemi finanziari e organizzativi, non riuscendo a stabilizzarsi economicamente nonostante diversi tentativi di rilancio e raccolte fondi.

Byton M-Byte
Image: Byton

Byton, con sede in Cina, aveva progetti ambiziosi per il SUV elettrico M-Byte, che prometteva tecnologia avanzata e design innovativo. La mancanza di fondi e le difficoltà gestionali hanno però impedito il lancio sul mercato, portando la startup a sospendere le operazioni a metà del 2021.

Canoo LTV
Image: Canoo

Canoo, produttrice di un interessante furgoncino elettrico, ha vissuto una serie di problematiche tra il 2022 e il 2023, tra cui interruzioni nella fornitura di componenti e difficoltà a reperire finanziamenti. Questi ostacoli hanno costretto l’azienda a ridurre drasticamente le proprie operazioni e a cercare partner strategici per sopravvivere.

La statunitense Electric Last Mile Solutions (ELMS), che progettava di lanciare veicoli commerciali elettrici, ha dichiarato bancarotta nel giugno 2022 ed quello che è rimasto è stato acquisito da Mullen Aumotive. L’azienda ha attribuito il fallimento ai problemi con la catena di approvvigionamento e alle difficoltà nel garantire i capitali necessari.

arrival ev van
Image: Arrival

Anche Arrival, con sede nel Regno Unito e concentrata su furgoni e autobus elettrici, ha dovuto ridimensionare le sue operazioni nel 2023. La società, dopo essere uscita dal Nasdaq, ha sospeso la produzione del suo van elettrico a causa di problematiche di finanziamento, dimostrando che la strada verso il successo è spesso disseminata di ostacoli.

Rivian R1T
Image: Rivian

Un altro caso emblematico è Rivian che, pur non fallita, lo scorso anno ha dovuto affrontare una serie di problemi finanziari. La startup ha intrapreso ristrutturazioni e licenziamenti per far fronte agli elevati costi operativi e ai ritardi nella produzione per tentare di stabilizzare la situazione finanziaria.

Lightyear One
Image: Lightyear

Infine, la startup olandese Lightyear, nota per il veicolo elettrico solare Lightyear One, ha dichiarato fallimento per la sua divisione di produzione Lightyear Vehicles nel gennaio 2023. Le problematiche finanziarie sono state causate dagli alti costi di produzione e dalle difficoltà nel mantenere i finanziamenti. Si è riconvertita come produttore di tetti solari.

Vicende che mostrano come, nonostante il settore delle auto elettriche sia percepito come il futuro dell’automobilismo, avviare una casa automobilistica in questo ambito rimane un’impresa tutt’altro che semplice. E’ chiaro come sia necessaria non solo l’innovazione tecnologica, ma anche la capacità di garantire flussi di finanziamento stabili, così come gestire le complessità della produzione per affrontare un mercato in continua evoluzione.

Le esperienze di queste startup ci raccontano come sia più difficile per le nuove aziende rispetto ai costruttori automobilistici tradizionali affermarsi e sopravvivere in un settore tanto dinamico e competitivo. Se le case automobilistiche “storiche” possono dirottare produzione e fondi su altre motorizzazioni, il fatto di competere in un solo settore, oltretutto dominato dai cinesi, sembra una sfida quasi impossibile.

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